martedì 4 dicembre 2007
venerdì 16 novembre 2007
Roy, ma perchè ?
Roy,
è indubbio che la tua canzone è stato il tormentone dell'estate.
Bravo.
Te l'hanno pompata eh ? In radio non si sentiva altro, in televisione poi ufff.. non ne parliamo.
Ma bravo comunque eh
Ricordo alla grigliata di ferragosto che nei silenzi ritmati solo dal rumore di dentature intente a divorare costine e affini si sentiva ogni tanto qualcuno che così, nel nulla e senza apparente motivo, esordiva con un "toda-joia-toda-beleza" sparato a salve. Non c'era nessuno radio che strillava il tuo motivetto ma tutti ogni tanto "toda-joia-toda-beleza".
Si vede che era entrato nelle teste. Che continuava a girare nelle crape dei presenti. Ma ovviamente solo il ritornello, nessuno canticchiava anche anche "Beleza divina, Beleza perdida" eccetera.
Bravo, Bene, Bis.. Roy.
Ma... se posso chiedere eh... perchè in spagnolo ?
Cioè io capisco che mi sei trombettista di Manu Chao, che lui ha inventato il Patchanka ed in fondo si può un po' permettere di cantare in quel cazzo di lingua che vuole: dal francese, allo spagnolo al portoghese.
Ma lui è Manu Chao, quello dei Manonegra.
Tu sei Roy Paci, il suo trombettista.
Sei Rosario Paci (detto Roy), sei siciliano nato ad Augusta (stessa città di Fiorello) ed in QUALCHE canzone di Manu Chao hai suonato la tromba. Punto.
Voglio dire, qui da noi chi fa le canzoni in spagnolo o sono i Righeira di "Vamos a la Playa", un duo triste di torinesi (ma quelli erano gli anni '80 e valeva un po' tutto), o Pamela Prati quando faceva quei pezzi intramontabili del calibro di "che te la pongo" oppure "te gusta el paperon" !!
O al limite Paola e Chiara che fanno la canzone della donna che "mi ha lasciata e tradita e ora Pioggia di Membri" e mi fanno un "Vamos a bailar" (che si sa che le donne in quella fase lì si buttano di solito sui balli latini, no?).
Ma tu Roy no. Tu vai in concerto con gli Aretuska "gruppo musicale che ironizza sugli stereotipi della mafia mescolando diversi generi musicali".
Quindi siete un gruppo di Siculi che canta in spagnolo.
Cioè, bravo eh.. la canzone spacca...
Ma un bel "tutta gioia, tutta bellezza" faceva così schifo ?
è indubbio che la tua canzone è stato il tormentone dell'estate.
Bravo.
Te l'hanno pompata eh ? In radio non si sentiva altro, in televisione poi ufff.. non ne parliamo.
Ma bravo comunque eh
Ricordo alla grigliata di ferragosto che nei silenzi ritmati solo dal rumore di dentature intente a divorare costine e affini si sentiva ogni tanto qualcuno che così, nel nulla e senza apparente motivo, esordiva con un "toda-joia-toda-beleza" sparato a salve. Non c'era nessuno radio che strillava il tuo motivetto ma tutti ogni tanto "toda-joia-toda-beleza".
Si vede che era entrato nelle teste. Che continuava a girare nelle crape dei presenti. Ma ovviamente solo il ritornello, nessuno canticchiava anche anche "Beleza divina, Beleza perdida" eccetera.
Bravo, Bene, Bis.. Roy.
Ma... se posso chiedere eh... perchè in spagnolo ?
Cioè io capisco che mi sei trombettista di Manu Chao, che lui ha inventato il Patchanka ed in fondo si può un po' permettere di cantare in quel cazzo di lingua che vuole: dal francese, allo spagnolo al portoghese.
Ma lui è Manu Chao, quello dei Manonegra.
Tu sei Roy Paci, il suo trombettista.
Sei Rosario Paci (detto Roy), sei siciliano nato ad Augusta (stessa città di Fiorello) ed in QUALCHE canzone di Manu Chao hai suonato la tromba. Punto.
Voglio dire, qui da noi chi fa le canzoni in spagnolo o sono i Righeira di "Vamos a la Playa", un duo triste di torinesi (ma quelli erano gli anni '80 e valeva un po' tutto), o Pamela Prati quando faceva quei pezzi intramontabili del calibro di "che te la pongo" oppure "te gusta el paperon" !!
O al limite Paola e Chiara che fanno la canzone della donna che "mi ha lasciata e tradita e ora Pioggia di Membri" e mi fanno un "Vamos a bailar" (che si sa che le donne in quella fase lì si buttano di solito sui balli latini, no?).
Ma tu Roy no. Tu vai in concerto con gli Aretuska "gruppo musicale che ironizza sugli stereotipi della mafia mescolando diversi generi musicali".
Quindi siete un gruppo di Siculi che canta in spagnolo.
Cioè, bravo eh.. la canzone spacca...
Ma un bel "tutta gioia, tutta bellezza" faceva così schifo ?
giovedì 15 novembre 2007
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (47)
Un uomo di colore entra in un negozio di scarpe e chiede al commesso:
"Buongiorno vorrei un paio di mocassini"
E il commesso:
"Certamente, li vuole marroni, testa di moro..."
"No li voglio bianchi, testa di cazzo!!!!!"
"Buongiorno vorrei un paio di mocassini"
E il commesso:
"Certamente, li vuole marroni, testa di moro..."
"No li voglio bianchi, testa di cazzo!!!!!"
The Fastidio Compendium [3]
Lavaggio piatti
Hai presente quando lavi i piatti e stai risciacquando con l'acqua fredda e prendi un piatto bello bagnato alzandolo per riporlo in alto nella credenza ?
E hai presente quel rigagnolo d'acqua che corre lungo il braccio, finisce sotto la manica e ti corre lungo la schiena ?
Che fathidio !!
Hai presente quando lavi i piatti e stai risciacquando con l'acqua fredda e prendi un piatto bello bagnato alzandolo per riporlo in alto nella credenza ?
E hai presente quel rigagnolo d'acqua che corre lungo il braccio, finisce sotto la manica e ti corre lungo la schiena ?
Che fathidio !!
martedì 13 novembre 2007
Nasty Sciura*
La mia Adorata Compagna sostiene c'hio non riesca ad andare in giro ed a mescolarmi con i miei simili senza finire in rissa (verbale eh) con qualcheduno.
La verità è che sono insofferente a parecchie cose, e delle volte faccio fatica a non intervenire quando assisto a manifestazioni di Ignoranza Sentenziante, ma questo è un altro discorso e delle volte io non c'entro proprio nulla.
Il sabato mattina di solito vado a fare la spesa in solitaria ad un vicino supermercato. La scelta della mattina prestuccio porta con sé la frequentazione di dette superfici dedite al commercio al dettaglio di un sacco di persone un po' in là con l'età. Frotte di pensionati stazionano di fronte ai vari banchi (quelli dove devi prendere il numeretto) e se la ciaccolano tra di loro, coinvolgendo sovente gli addetti al servizio clienti, che nel 90% dei casi (abitando noi in un bel paesello del varesotto) sono persone conosciute ecc..
È tutto un gioviale discorso, un chiedere come stanno amici e parenti e notizie su figli e risultati scolastici.
Che bello. Ma questi un po' bivaccano.
Quella mattina lì hanno delle belle bistecche in promozione e decido di farmene tagliare un paio belle alte emulando un po' una Chianina, che a casa con 'sta storia della gravidanza qualcuno mi è diventato più famelico del solito
Vedendo il bivacco canuto composto da una ventina di persone mi faccio due conti: i 2 macellai impiegano un par di minuti circa a cliente, ho quindi una buona ventina di minuti per fare altro; prendo il numeretto e me ne vado alla ricerca degli altri prodotti inseritemi nella lista.
Torno mentre stanno servendo la signora avente diritto prima del sottoscritto; il diligente addetto chiama il mio numero e io arrivo da dietro la bolgia di vecchiarelli prorompendo in un "IO IO !". Il simpatico macellatore di animali si appresta a servirmi quando dalla folla insorge una Sciura:
"Eh no eh !!! Io sono qui da prima !!!"
"Sì signora, ok. Ma io ho preso il numero 20 minuti fa e sono andato a fare un giro e.."
"Ennò eh !!! Lei non ha mica fatto la coda come me !!"
"Certo che no" dico io "Ho preso il numero e sono andato a prendere altro, se lo avessero chiamato prima del mio arrivo me ne sarei ripreso uno " imprecando " e avrei di nuovo atteso il mio turno"
"Eh ma non è mica giusto !! Io son qui che aspetto e lei no!!!"
A quel punto provo a spiegare l'utilità dei numeri, introdotti già un 20 anni or sono, e del fatto del calcolo dei tempi ecc ecc
"Ah signur, mo' al ma fa ul prufessur !!" dice lei in dialetto (devo tradurre ? a me pare cristallino)
A quel punto attacco pure io con il dialetto, per spiazzarla.
Si deve sapere che dalle mie parti è rarissimo trovare un under 40 che parli dialetto, quasi impossibile sotto i 30, e assolutamente impossibile trovarne uno sotto i 20. Il dialetto varesino (bosino) è praticamente morto.
La Sciura non si aspetta quindi una mia pronta reazione nella sua lingua madre, e continuiamo la faida.
Ma non se ne esce. E il resto della folla rumoreggia. Si schiera.
Chiedo l'intervento dell'addetto a sostegno della mia tesi, ma l'imbelle con le mani sporche di sangue preferisce astenersi dal contenzioso.
Non se ne esce proprio, e nessuno vuol cedere manco un centimetro all'avversario. Al che le dico "Bon, allora vada avanti lei. Io aspetterò", con un sorrisone ma di quelli falsi, con quell'atteggiamento passivo-aggressivo che dice una cosa con la bocca ma che lancia fiamme e lapilli dagli occhi.
Al chè la Sciura dice "No no, sia mai. Prenda le sue cose e io aspetto eh" girando la testa con un mezzo sorrisetto a cercare consensi tra gli astanti.
Ma i presenti, i macellai, tutte le maestranze, tutti i tagli di carne esposti e tutti i latticini del banco di fianco ne hanno pesantemente i coglioni pieni.
Sento empaticamente la sensazione trionfante della vittoria e sono tentato di fare un'ordinazione lunghissima. Una di quelle cose da pranzo pantagruelico. Per un attimo favoleggio su richieste di tagli impossibili "Vorrei 42 bistecche, tagliate alla Pasteur altre 8.5 mm e non di più" oppure "Quel biancostato me lo può fare alla Julienne? Sì con il coltello. Però più affilato eh ! E me ne faccia 88 Kg".
Ma desisto e dico "Due bistecche alte un dito belle veloci".
Prendo il pacchettino, saluto tutti con un sorriso e con un bel "Preeeeegggggooo" con gestuccio della mano che invita ad accedere al bancone me ne vado.
Soddisfatto.
*Sciura: signora in dialetto lombardo
La verità è che sono insofferente a parecchie cose, e delle volte faccio fatica a non intervenire quando assisto a manifestazioni di Ignoranza Sentenziante, ma questo è un altro discorso e delle volte io non c'entro proprio nulla.
Il sabato mattina di solito vado a fare la spesa in solitaria ad un vicino supermercato. La scelta della mattina prestuccio porta con sé la frequentazione di dette superfici dedite al commercio al dettaglio di un sacco di persone un po' in là con l'età. Frotte di pensionati stazionano di fronte ai vari banchi (quelli dove devi prendere il numeretto) e se la ciaccolano tra di loro, coinvolgendo sovente gli addetti al servizio clienti, che nel 90% dei casi (abitando noi in un bel paesello del varesotto) sono persone conosciute ecc..
È tutto un gioviale discorso, un chiedere come stanno amici e parenti e notizie su figli e risultati scolastici.
Che bello. Ma questi un po' bivaccano.
Quella mattina lì hanno delle belle bistecche in promozione e decido di farmene tagliare un paio belle alte emulando un po' una Chianina, che a casa con 'sta storia della gravidanza qualcuno mi è diventato più famelico del solito
Vedendo il bivacco canuto composto da una ventina di persone mi faccio due conti: i 2 macellai impiegano un par di minuti circa a cliente, ho quindi una buona ventina di minuti per fare altro; prendo il numeretto e me ne vado alla ricerca degli altri prodotti inseritemi nella lista.
Torno mentre stanno servendo la signora avente diritto prima del sottoscritto; il diligente addetto chiama il mio numero e io arrivo da dietro la bolgia di vecchiarelli prorompendo in un "IO IO !". Il simpatico macellatore di animali si appresta a servirmi quando dalla folla insorge una Sciura:
"Eh no eh !!! Io sono qui da prima !!!"
"Sì signora, ok. Ma io ho preso il numero 20 minuti fa e sono andato a fare un giro e.."
"Ennò eh !!! Lei non ha mica fatto la coda come me !!"
"Certo che no" dico io "Ho preso il numero e sono andato a prendere altro, se lo avessero chiamato prima del mio arrivo me ne sarei ripreso uno " imprecando " e avrei di nuovo atteso il mio turno"
"Eh ma non è mica giusto !! Io son qui che aspetto e lei no!!!"
A quel punto provo a spiegare l'utilità dei numeri, introdotti già un 20 anni or sono, e del fatto del calcolo dei tempi ecc ecc
"Ah signur, mo' al ma fa ul prufessur !!" dice lei in dialetto (devo tradurre ? a me pare cristallino)
A quel punto attacco pure io con il dialetto, per spiazzarla.
Si deve sapere che dalle mie parti è rarissimo trovare un under 40 che parli dialetto, quasi impossibile sotto i 30, e assolutamente impossibile trovarne uno sotto i 20. Il dialetto varesino (bosino) è praticamente morto.
La Sciura non si aspetta quindi una mia pronta reazione nella sua lingua madre, e continuiamo la faida.
Ma non se ne esce. E il resto della folla rumoreggia. Si schiera.
Chiedo l'intervento dell'addetto a sostegno della mia tesi, ma l'imbelle con le mani sporche di sangue preferisce astenersi dal contenzioso.
Non se ne esce proprio, e nessuno vuol cedere manco un centimetro all'avversario. Al che le dico "Bon, allora vada avanti lei. Io aspetterò", con un sorrisone ma di quelli falsi, con quell'atteggiamento passivo-aggressivo che dice una cosa con la bocca ma che lancia fiamme e lapilli dagli occhi.
Al chè la Sciura dice "No no, sia mai. Prenda le sue cose e io aspetto eh" girando la testa con un mezzo sorrisetto a cercare consensi tra gli astanti.
Ma i presenti, i macellai, tutte le maestranze, tutti i tagli di carne esposti e tutti i latticini del banco di fianco ne hanno pesantemente i coglioni pieni.
Sento empaticamente la sensazione trionfante della vittoria e sono tentato di fare un'ordinazione lunghissima. Una di quelle cose da pranzo pantagruelico. Per un attimo favoleggio su richieste di tagli impossibili "Vorrei 42 bistecche, tagliate alla Pasteur altre 8.5 mm e non di più" oppure "Quel biancostato me lo può fare alla Julienne? Sì con il coltello. Però più affilato eh ! E me ne faccia 88 Kg".
Ma desisto e dico "Due bistecche alte un dito belle veloci".
Prendo il pacchettino, saluto tutti con un sorriso e con un bel "Preeeeegggggooo" con gestuccio della mano che invita ad accedere al bancone me ne vado.
Soddisfatto.
*Sciura: signora in dialetto lombardo
venerdì 9 novembre 2007
Di-zió-ne
Capita che, specie se non sei a casa tua che la televisione "normale" oramai non la vedi più, tu ti imbatta in una fiction; una di quelle italiane, fatta e prodotta nel nostro Bel Paese.
Quelle robe lì le fan bene, che anche se non te ne frega un razzo un po' ti prendono ed un po' le segui.
Mi è capitato di vederne un paio di sguincio, una su una storia credo in Sicilia con delle motovedette e dei mafiosi, ed un altra che credo fosse ambientata in un grande centro commerciale.
Guardo il tutto, tra l'annoiato e l'assonnato, e qualcosa stona.
Non lo comprendo subito subito, so solo che quando gli attori principali parlano mi danno un fastidio della madonna.
Poi comprendo: parlano "in dizione".
E non solo, parlano in modo enfatico, teatrale.
Tipo che il capo di non so quale polizia portuale si rivolge ad una tipa rapita con tù-tti gli ac-cèn-ti giù-sti e cón tù-tte lé vo-cà-li tò-ni-che bè-n pro-nun-zià-te.
Che bravi. Si vede che sono attori e han studiato un botto in quei corsi dove devi urlare in faccia alla gente e dire le parole con la bocca aperta tipo rana dalla bocca larga.
Uuuhh che bravi. Con quegli sguardi lì, quel modo di porsi un po' istrionico in tutto; pure quando fanno la pipì o aprono una scatoletta di Simmental.
Oooh come siamo fortunati noi in Italia, che abbiamo i migliori doppiatori del mondo (a parte che in buona parte d'europa i film non si doppiano ma si sottotitolano), che se gli dici che sono "semplici" doppiatori loro si incazzano a fuoco e replicano "At-tó-re, prè-go. So-nò ù-n At-tó-re. Di Te-à-tro."
Aaaahh che bello.
Ma cazzo. Nessuno, e dico NESSUNO, nella vita reale parla così.
Essù cazzo...
E non solo ! Prendiamo i dialetti o quantomeno le parlate regionali.
Gli unici dialetti ammessi ufficialmente da TV e Cinema sono:
1. Napoletano (che è tanto antico e tanto artistico)
2. Il Romano, o romanesco (che Roma Caput Mundi e poi la Tivvù si fa lì)
3. Il Siciliano (ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE se trattasi di storia di mafiosi ecc..)
E attenzione però!!! In una fiction sulla Sicilia mafiosa il Boss parlerà un italiano impeccabile mentre a parlare il siciliano saranno SOLO i sottoposti/comprimari.
Il Commissario del centro di Roma parlerà come il miglior Gassmann, mentre tutti i poliziotti si profonderanno in un coro di "anvedi ! abbella!" e lo stesso dicasi per il guappo napoletano.
Ad esempio nella fiction ambientata a Torino sentiremo un bel "ti piace la meeentaa" come lo direbbe il fu Macario SOLO ed AL LIMITE dalla donna delle pulizie e/o dalla shampista.
Il lombardo poi non ne parliamo. L'accento milanesotto/brianzolo è relegato al ruolo di macchietta, roba da caratteristi, come lo è stato per anni il recentemente scomparso Guido Nicheli (ah... lo Zampetti de "I Ragazzi della III C", quanti ricordi.... sniff...)
E non se ne può più ostia.
La gente non parla così, eccheccazzo.
Ma guardatevi tutti un film USA: è vero che "l'inglese è un'opinione" ma non è possibile che il ragazzino che spaccia all'angolo della strada parli come un attore durante il Macbeth.
Ebbasta.
Quelle robe lì le fan bene, che anche se non te ne frega un razzo un po' ti prendono ed un po' le segui.
Mi è capitato di vederne un paio di sguincio, una su una storia credo in Sicilia con delle motovedette e dei mafiosi, ed un altra che credo fosse ambientata in un grande centro commerciale.
Guardo il tutto, tra l'annoiato e l'assonnato, e qualcosa stona.
Non lo comprendo subito subito, so solo che quando gli attori principali parlano mi danno un fastidio della madonna.
Poi comprendo: parlano "in dizione".
E non solo, parlano in modo enfatico, teatrale.
Tipo che il capo di non so quale polizia portuale si rivolge ad una tipa rapita con tù-tti gli ac-cèn-ti giù-sti e cón tù-tte lé vo-cà-li tò-ni-che bè-n pro-nun-zià-te.
Che bravi. Si vede che sono attori e han studiato un botto in quei corsi dove devi urlare in faccia alla gente e dire le parole con la bocca aperta tipo rana dalla bocca larga.
Uuuhh che bravi. Con quegli sguardi lì, quel modo di porsi un po' istrionico in tutto; pure quando fanno la pipì o aprono una scatoletta di Simmental.
Oooh come siamo fortunati noi in Italia, che abbiamo i migliori doppiatori del mondo (a parte che in buona parte d'europa i film non si doppiano ma si sottotitolano), che se gli dici che sono "semplici" doppiatori loro si incazzano a fuoco e replicano "At-tó-re, prè-go. So-nò ù-n At-tó-re. Di Te-à-tro."
Aaaahh che bello.
Ma cazzo. Nessuno, e dico NESSUNO, nella vita reale parla così.
Essù cazzo...
E non solo ! Prendiamo i dialetti o quantomeno le parlate regionali.
Gli unici dialetti ammessi ufficialmente da TV e Cinema sono:
1. Napoletano (che è tanto antico e tanto artistico)
2. Il Romano, o romanesco (che Roma Caput Mundi e poi la Tivvù si fa lì)
3. Il Siciliano (ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE se trattasi di storia di mafiosi ecc..)
E attenzione però!!! In una fiction sulla Sicilia mafiosa il Boss parlerà un italiano impeccabile mentre a parlare il siciliano saranno SOLO i sottoposti/comprimari.
Il Commissario del centro di Roma parlerà come il miglior Gassmann, mentre tutti i poliziotti si profonderanno in un coro di "anvedi ! abbella!" e lo stesso dicasi per il guappo napoletano.
Ad esempio nella fiction ambientata a Torino sentiremo un bel "ti piace la meeentaa" come lo direbbe il fu Macario SOLO ed AL LIMITE dalla donna delle pulizie e/o dalla shampista.
Il lombardo poi non ne parliamo. L'accento milanesotto/brianzolo è relegato al ruolo di macchietta, roba da caratteristi, come lo è stato per anni il recentemente scomparso Guido Nicheli (ah... lo Zampetti de "I Ragazzi della III C", quanti ricordi.... sniff...)
E non se ne può più ostia.
La gente non parla così, eccheccazzo.
Ma guardatevi tutti un film USA: è vero che "l'inglese è un'opinione" ma non è possibile che il ragazzino che spaccia all'angolo della strada parli come un attore durante il Macbeth.
Ebbasta.
giovedì 8 novembre 2007
Palombella Rossa
Delle volte ti rendi conto che stai usando da sempre delle parole, magari incastonate in locuzioni di uso comune, senza esserti mai chiesto il loro preciso significato.
Oddio, il significato ovviamente l'hai dedotto dal contesto in cui tale locuzione è utilizzata, ma non hai mai aperto un dizionariuccio per scoprirne il significato preciso.
Faccio un esempio che sennò sembro un Cecchi Paone ulteriormente rincretinito:
Hai sempre usato quel "madornale" nel senso di "un errore, grosso, incasinatissimo, sfacciato, della madonna", ma non sei mica tanto sicuro del significato, visto che quantomeno assona con qualcosa d'altro.
Grazie all'avvento di internet noi pigri possiamo scoprire il significato di qualunque cosa con poco sbattito, quindi lungi da me utilizzare un dizionario pesantissimo e utilizzo il Santo Garzanti online che mi dice:
Etimologia: Lat. volg. *materna¯le(m), che è dal class. mate°rnus 'materno'
Definizione:
1 (ant.) materno, da parte di madre | nato da madre legittima
2 (ant. , tosc.) si dice dei rami più grossi di una pianta, nati dal ceppo principale; anche, di ortaggio nato al centro della pianta e, in genere, di grosse dimensioni: carciofi madornali
3 (fig.) di straordinaria grossezza; spropositato (spec. fig.): un errore madornale
Ecco, deriva da materno. Anzi viene indicato come primo significato, e solo al terzo posto troviamo "spropositato".
Soccia c'è da pensare, che di frasi così ce n'è un botto.
Ho deciso, non userò più nessuna parola senza aver prima consultato (e di bella) un dizionario; giusto per non cadere in errori tipo questo qui di mio fratello quando avevamo 15 anni:
Dadax: "Certo che la mamma di Giorgio è molto lasciva"
Io: "Lasciva ?!?!?!?!?!? ma cosa dici ????"
Dadax: "Massì dai.. che lo lascia sempre fare tutto, lo lascia uscire fino a tardi ecc.."
Io: "Cazzo vorrai dire Permissiva eh .."
Dadax: "Perchè?!?! Lasciva non va bene?"
Io: "Fai tu... è un sinonimo elegante di Maiala"
Dadax: "Ah..."
Io: "Eh."
P.S.
Scusa Dadax neh... :P
Oddio, il significato ovviamente l'hai dedotto dal contesto in cui tale locuzione è utilizzata, ma non hai mai aperto un dizionariuccio per scoprirne il significato preciso.
Faccio un esempio che sennò sembro un Cecchi Paone ulteriormente rincretinito:
errore madornale
Hai sempre usato quel "madornale" nel senso di "un errore, grosso, incasinatissimo, sfacciato, della madonna", ma non sei mica tanto sicuro del significato, visto che quantomeno assona con qualcosa d'altro.
Grazie all'avvento di internet noi pigri possiamo scoprire il significato di qualunque cosa con poco sbattito, quindi lungi da me utilizzare un dizionario pesantissimo e utilizzo il Santo Garzanti online che mi dice:
Etimologia: Lat. volg. *materna¯le(m), che è dal class. mate°rnus 'materno'
Definizione:
1 (ant.) materno, da parte di madre | nato da madre legittima
2 (ant. , tosc.) si dice dei rami più grossi di una pianta, nati dal ceppo principale; anche, di ortaggio nato al centro della pianta e, in genere, di grosse dimensioni: carciofi madornali
3 (fig.) di straordinaria grossezza; spropositato (spec. fig.): un errore madornale
Ecco, deriva da materno. Anzi viene indicato come primo significato, e solo al terzo posto troviamo "spropositato".
Soccia c'è da pensare, che di frasi così ce n'è un botto.
Ho deciso, non userò più nessuna parola senza aver prima consultato (e di bella) un dizionario; giusto per non cadere in errori tipo questo qui di mio fratello quando avevamo 15 anni:
Dadax: "Certo che la mamma di Giorgio è molto lasciva"
Io: "Lasciva ?!?!?!?!?!? ma cosa dici ????"
Dadax: "Massì dai.. che lo lascia sempre fare tutto, lo lascia uscire fino a tardi ecc.."
Io: "Cazzo vorrai dire Permissiva eh .."
Dadax: "Perchè?!?! Lasciva non va bene?"
Io: "Fai tu... è un sinonimo elegante di Maiala"
Dadax: "Ah..."
Io: "Eh."
P.S.
Scusa Dadax neh... :P
AppuntiDigitali.it
Gonfio di orgoglio e malcelata vanagloria mi permetto di segnalare qui i miei post su AppuntiDigitali.it
(mi si perdoni)
Grazie per la cortese attenzione :)
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (46)
Una scimmia sta seduta su un albero e si fa una canna.
Una lucertola passa lì sotto, guarda in alto e dice:
"Ehi! Che stai facendo?"
La scimmia le dice:
"Sto fumando una canna, sali e fatti un tiro!"
Così la lucertola sale, si siede accanto alla scimmia e si fanno un po' di canne.
Dopo un po' la lucertola dice di avere la bocca asciutta e va al fiume a bere. La lucertola è così fuori che si sporge troppo dalla riva e cade nel fiume.
Un coccodrillo vede la scena, nuota fino alla lucertola e la aiuta a raggiungere la riva, poi le chiede:
"Ma che stai a fà?"
La lucertola gli racconta che stava su un albero a farsi la canne con una scimmia, si è sballata troppo, ed è caduta in acqua mentre beveva.
Il coccodrillo, che non vede di buon occhio il consumo di sostanze psicotrope, va allora nella giungla, trova l'albero dove la scimmia si sta finendo l'ennesima canna, guarda su e dice:
"Hey, tu!"
La scimmia guarda giù e fa:
"Caaaaaazzo... da pauuuuraaaa... ma quant'acqua hai bevuto?!?"
Una lucertola passa lì sotto, guarda in alto e dice:
"Ehi! Che stai facendo?"
La scimmia le dice:
"Sto fumando una canna, sali e fatti un tiro!"
Così la lucertola sale, si siede accanto alla scimmia e si fanno un po' di canne.
Dopo un po' la lucertola dice di avere la bocca asciutta e va al fiume a bere. La lucertola è così fuori che si sporge troppo dalla riva e cade nel fiume.
Un coccodrillo vede la scena, nuota fino alla lucertola e la aiuta a raggiungere la riva, poi le chiede:
"Ma che stai a fà?"
La lucertola gli racconta che stava su un albero a farsi la canne con una scimmia, si è sballata troppo, ed è caduta in acqua mentre beveva.
Il coccodrillo, che non vede di buon occhio il consumo di sostanze psicotrope, va allora nella giungla, trova l'albero dove la scimmia si sta finendo l'ennesima canna, guarda su e dice:
"Hey, tu!"
La scimmia guarda giù e fa:
"Caaaaaazzo... da pauuuuraaaa... ma quant'acqua hai bevuto?!?"
mercoledì 7 novembre 2007
Einstein, la Relatività e le Taglie
Albert Einstein ci ha insegnato che il tempo è relativo.
Anzi, in molti scimmiottano tale rigorosissimo enunciato arrivando a pronunciare "tutto è relativo", utilizzandolo un peletto ad minchiam per riferirsi al fatto che le cose sono spesso relative a chi le vede, confondendosi con il concetto di Soggettivo.
A volerla dire tutta il buon Albert ci voleva insegnare che il Tempo (ma a volerla dire tutta tutta anche lo Spazio) non è Relativo e bon, ma dipende dallo stato di moto (dalla velocità) di chi lo vive e/o lo misura.
Quindi il fatto che durante le ferie o i week end il tempo ti sembra passare via veloce, mentre al lavoro o a scuola non passa mai non è perché esso è Relativo a te ma semplicemente perché.. boh... il Tedio è una palla e sembra non finire mai.
Ma tutto ciò in realtà non c'entra un razzo e stavo solo SboroDivagando come al solito...
Dunque, un conto è Relativo e un conto è Soggettivo.
Soggettivo sono le cose che uno valuta dal Suo Esclusivo Punto di Vista, che è proprio del soggetto individuale e dipende dal suo modo di sentire e di pensare o dalle sue condizioni psicologiche, e quindi non è valido per tutti gli altri individui.
Ocio però !!! Non stiamo parlando della Vaccata Cosmica del "bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto", o di tutte quelle belinate lì, ma di cose veramente relative (uff..) al gusto personale.
Ad esempio:
non È un dato oggettivo, ma assolutamente soggettivo. Il fatto che questo sia vero per i più (anche per il sottoscritto eh... non che poi uno pensa) non ne fa un dato assoluto visto che basta che al mondo ci sia uno o più fan della cacca (e ce ne sono) per renderlo, appunto soggettivo.
Quindi, detta così, il concetto di Relativo pare applicabile solo ad ambiti "alti", fisici, siderali e alla velocità della luce.
Non è vero, ci sono dei concetti Relativi anche nella vita di tutti i giorni.
Per esempio:
Nei capi di vestiario il concetto di "taglia" è assolutamente NON oggettivo.
E non parlo della "taglia 52", che al limite ancora ancora ma anche no eh, ma di quella mania di importare tutto dagli USA che ha fatto sì che già dagli anni '70 abbiamo cominciato a suddividere le INNUMEREVOLI dimensioni di una maglietta/ maglione/ ecc. in poche sigle: XS, S, M, L, XL, XXL.
In quest'ottica una maglietta XXL non è mai grande uguale come un'altra. Anzi, addirittura può essere di parecchie taglie differente.
Beh, mi si dirà, dipende dalla marca, non puoi certo confrontare due capi prodotti da aziende differenti.
Bah, dico io, in teoria anche no eh. Una taglia è una taglia, ma per amor di discussione proviamo a crederci e prendiamo due magliette della Nike (si dice niche): ovviamente a parità di marca e di taglia due XXL sono completamente differenti.
Allora mi si dirà che dipende dalla linea: una marca ha diverse linee di vestiario e una maglietta della linea Running è per definizione attillata rispetto a quelle pensate per il basket, quindi le due misure saranno differenti.
Vero dico io, ma compro da sempre la linea Basket e posso ASSICURARE che delle volte devo prendere la XL, delle volte la XXL e ALCUNE volte ho dovuto addirittura prendere la XXXL !!!! (ah, pare incredibile ma pesavo sempre uguale eh...)
Quindi il "concetto" di XXL è Relativo a... dunque.... lo stato di moto.... hummmm.. il sistema inerziale.... heemmmm... la velocità della luce... quindi la massa.... uhhhh.. l'energia che è uguale a...
...
Ok, il concetto di taglia XXL è una Pura Minchiata.
E bon.
P.S.
Questo è il mio 900° post !!!! Auuggurriiii !
Anzi, in molti scimmiottano tale rigorosissimo enunciato arrivando a pronunciare "tutto è relativo", utilizzandolo un peletto ad minchiam per riferirsi al fatto che le cose sono spesso relative a chi le vede, confondendosi con il concetto di Soggettivo.
A volerla dire tutta il buon Albert ci voleva insegnare che il Tempo (ma a volerla dire tutta tutta anche lo Spazio) non è Relativo e bon, ma dipende dallo stato di moto (dalla velocità) di chi lo vive e/o lo misura.
Quindi il fatto che durante le ferie o i week end il tempo ti sembra passare via veloce, mentre al lavoro o a scuola non passa mai non è perché esso è Relativo a te ma semplicemente perché.. boh... il Tedio è una palla e sembra non finire mai.
Ma tutto ciò in realtà non c'entra un razzo e stavo solo SboroDivagando come al solito...
Dunque, un conto è Relativo e un conto è Soggettivo.
Soggettivo sono le cose che uno valuta dal Suo Esclusivo Punto di Vista, che è proprio del soggetto individuale e dipende dal suo modo di sentire e di pensare o dalle sue condizioni psicologiche, e quindi non è valido per tutti gli altri individui.
Ocio però !!! Non stiamo parlando della Vaccata Cosmica del "bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto", o di tutte quelle belinate lì, ma di cose veramente relative (uff..) al gusto personale.
Ad esempio:
La cacca fa schifo
non È un dato oggettivo, ma assolutamente soggettivo. Il fatto che questo sia vero per i più (anche per il sottoscritto eh... non che poi uno pensa) non ne fa un dato assoluto visto che basta che al mondo ci sia uno o più fan della cacca (e ce ne sono) per renderlo, appunto soggettivo.
Quindi, detta così, il concetto di Relativo pare applicabile solo ad ambiti "alti", fisici, siderali e alla velocità della luce.
Non è vero, ci sono dei concetti Relativi anche nella vita di tutti i giorni.
Per esempio:
La taglia XXL è un concetto Relativo
Nei capi di vestiario il concetto di "taglia" è assolutamente NON oggettivo.
E non parlo della "taglia 52", che al limite ancora ancora ma anche no eh, ma di quella mania di importare tutto dagli USA che ha fatto sì che già dagli anni '70 abbiamo cominciato a suddividere le INNUMEREVOLI dimensioni di una maglietta/ maglione/ ecc. in poche sigle: XS, S, M, L, XL, XXL.
In quest'ottica una maglietta XXL non è mai grande uguale come un'altra. Anzi, addirittura può essere di parecchie taglie differente.
Beh, mi si dirà, dipende dalla marca, non puoi certo confrontare due capi prodotti da aziende differenti.
Bah, dico io, in teoria anche no eh. Una taglia è una taglia, ma per amor di discussione proviamo a crederci e prendiamo due magliette della Nike (si dice niche): ovviamente a parità di marca e di taglia due XXL sono completamente differenti.
Allora mi si dirà che dipende dalla linea: una marca ha diverse linee di vestiario e una maglietta della linea Running è per definizione attillata rispetto a quelle pensate per il basket, quindi le due misure saranno differenti.
Vero dico io, ma compro da sempre la linea Basket e posso ASSICURARE che delle volte devo prendere la XL, delle volte la XXL e ALCUNE volte ho dovuto addirittura prendere la XXXL !!!! (ah, pare incredibile ma pesavo sempre uguale eh...)
Quindi il "concetto" di XXL è Relativo a... dunque.... lo stato di moto.... hummmm.. il sistema inerziale.... heemmmm... la velocità della luce... quindi la massa.... uhhhh.. l'energia che è uguale a...
...
Ok, il concetto di taglia XXL è una Pura Minchiata.
E bon.
P.S.
Questo è il mio 900° post !!!! Auuggurriiii !
martedì 6 novembre 2007
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (45)
"Ho sentito che hai fondato un gruppo musicale!"
"Sì, è un quartetto"
"Ma quanti siete?"
"Siamo in tre"
"E chi?"
"Io e mio fratello"
"Hai un fratello ?!?!?!?!"
"No, perché?"
"Sì, è un quartetto"
"Ma quanti siete?"
"Siamo in tre"
"E chi?"
"Io e mio fratello"
"Hai un fratello ?!?!?!?!"
"No, perché?"
martedì 30 ottobre 2007
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (44)
"Dottoressa, ho un'erezione continua, giorno e notte, 24 ore al giorno!!! Mi può dare qualcosa?"
"Vitto, alloggio e 1.000 euro al mese, di più non posso!"
"Vitto, alloggio e 1.000 euro al mese, di più non posso!"
Don't Believe The Hype
Nel 1988 i Public Enemy cantavano Don't Believe The Hype, ovvero Non Credere nella Montatura perpetrata dai Media.
Certe notizie, certi fatti, paiono andare di moda; paiono avere un momento di vampata che sembra che poi ne accadono un botto tutti uguali.
Un cane morde una bambina a Velletri ? Ecco che nei giorni successivi almeno altre 20 bambine vengono morse da altrettanti animali. Un anziano viene rapinato da un falso messo comunale a Gerenzano ? Ecco che in tutta la penisola sono 122 gli anziani che ogni giorno vengono brutalizzati da persone che si fingono qualcun altro.
Giusto stamattina ascolto la radio e sento un veterinario che racconta che di casi di mucca pazza ce ne sono ancora, qualcheduno ed isolato, solo che non fa più notizia. Lo stesso per quanto riguarda l'influenza dei polli che dice essere un problema ciclico, che si ripresenta a fasi alterne e che tutto sommato c'è sempre stato. Solo, dice lui, non ha più tutta quella eco sui media.
A parte che qui si dovrebbe aprire un capitolo sulle annunciate pandemie che hanno in fin della fiera ammazzato meno persone del mondo di quante ne ammazzi tutti gli anni la banale influenza invernale, ma questo è un altro discorso.
Ti chiedi come si faccia a scegliere le notizie. E come mai poi tutti vanno a ruota.
Come mai si parla ad un certo punto di cani che uccidono, visto che a quanto pare (e purtroppo) succede spesso ?
E come mai poi tutti dietro a pubblicare decine e decine di casi del genere per qualche giorno/settimana, per poi spegnere il tutto nel nulla ?
Tipo che l'altro giorno al bar, non trovando null'altro che La Prealpina (il giornale locale di Varese e Provincia, che trova nei necrologi le pagine più lette di sempre) , mi sono costretto a leggere notizie e notiziuole dei paeselli dell'Insubria sperando di trovare qualcosa di più interessante del gatto di qualcheduno finito sulla pianta di kiwi di qualcun altro che, incazzatissimo, si sfoga sulle pagine del quotidiano minacciando ricorsi alla magistratura e lanciando anatemi agli amanti di animali tutti.
Ad un certo punto un piccolo (piccolissimo) trafiletto attira la mia attenzione:
Cazzo. Leggo. Inorridito.
In cinque righe cinque si racconta la storia di un uomo di 82 anni (!!!) che logorato dal fragoroso russare del quasi coetaneo compagno di stanza che lo teneva sveglio da innumerevoli notti, ha deciso di soffocarlo premendogli un cuscino sulla faccia.
Minchia. Lo ha ammazzato.
Un anziano. In un Ospizio di Vergate sul Membro (VA) o chessoio.
E hanno scritto cinque righe in un box lasciato a languire in fondo alla pagine di "Cronache del Varesotto".
Sono rimasto basito. Sul serio !!
Come minimo è una cosa da prima pagina, da servizi in tutti i giornali.
Come minimo il TG5 doveva dedicarci un'intera edizione e....
Ah no... niente tette... niente gossip... niente culi...
Doveva essere una cosa tipo "Anziano gay, parente di Cristiano Malgiolio, soffoca...", e lì si che i titoloni..
Ecco perché.
Certe notizie, certi fatti, paiono andare di moda; paiono avere un momento di vampata che sembra che poi ne accadono un botto tutti uguali.
Un cane morde una bambina a Velletri ? Ecco che nei giorni successivi almeno altre 20 bambine vengono morse da altrettanti animali. Un anziano viene rapinato da un falso messo comunale a Gerenzano ? Ecco che in tutta la penisola sono 122 gli anziani che ogni giorno vengono brutalizzati da persone che si fingono qualcun altro.
Giusto stamattina ascolto la radio e sento un veterinario che racconta che di casi di mucca pazza ce ne sono ancora, qualcheduno ed isolato, solo che non fa più notizia. Lo stesso per quanto riguarda l'influenza dei polli che dice essere un problema ciclico, che si ripresenta a fasi alterne e che tutto sommato c'è sempre stato. Solo, dice lui, non ha più tutta quella eco sui media.
A parte che qui si dovrebbe aprire un capitolo sulle annunciate pandemie che hanno in fin della fiera ammazzato meno persone del mondo di quante ne ammazzi tutti gli anni la banale influenza invernale, ma questo è un altro discorso.
Ti chiedi come si faccia a scegliere le notizie. E come mai poi tutti vanno a ruota.
Come mai si parla ad un certo punto di cani che uccidono, visto che a quanto pare (e purtroppo) succede spesso ?
E come mai poi tutti dietro a pubblicare decine e decine di casi del genere per qualche giorno/settimana, per poi spegnere il tutto nel nulla ?
Tipo che l'altro giorno al bar, non trovando null'altro che La Prealpina (il giornale locale di Varese e Provincia, che trova nei necrologi le pagine più lette di sempre) , mi sono costretto a leggere notizie e notiziuole dei paeselli dell'Insubria sperando di trovare qualcosa di più interessante del gatto di qualcheduno finito sulla pianta di kiwi di qualcun altro che, incazzatissimo, si sfoga sulle pagine del quotidiano minacciando ricorsi alla magistratura e lanciando anatemi agli amanti di animali tutti.
Ad un certo punto un piccolo (piccolissimo) trafiletto attira la mia attenzione:
Anziano soffoca compagno di stanza in Ospizio
"Russava e non mi faceva dormire"
"Russava e non mi faceva dormire"
Cazzo. Leggo. Inorridito.
In cinque righe cinque si racconta la storia di un uomo di 82 anni (!!!) che logorato dal fragoroso russare del quasi coetaneo compagno di stanza che lo teneva sveglio da innumerevoli notti, ha deciso di soffocarlo premendogli un cuscino sulla faccia.
Minchia. Lo ha ammazzato.
Un anziano. In un Ospizio di Vergate sul Membro (VA) o chessoio.
E hanno scritto cinque righe in un box lasciato a languire in fondo alla pagine di "Cronache del Varesotto".
Sono rimasto basito. Sul serio !!
Come minimo è una cosa da prima pagina, da servizi in tutti i giornali.
Come minimo il TG5 doveva dedicarci un'intera edizione e....
Ah no... niente tette... niente gossip... niente culi...
Doveva essere una cosa tipo "Anziano gay, parente di Cristiano Malgiolio, soffoca...", e lì si che i titoloni..
Ecco perché.
lunedì 29 ottobre 2007
TecnoSciura*
Sei in fila alla cassa dell'IPER, al nuovissimo Centro Commerciale Belforte.
Fa un caldo maledetto. Visti i primissimi freddi questi hanno accesso gli scaldini a paletta, per permettere ai loro addetti di lavorare in polo, dimenticandosi che la gente entra nel centro commerciale in piumino. E suda.
Io sudo. E sbuffo. E sto diventando ancora più insofferente del solito.
Ma questa è un'altra storia, anzi in effetti non c'entra un tubo, e comunque ne avevo già parlato.
Comunque sono in coda, e sento alle mie spalle una voce di donna che dice:
"Hai riavviato il router ?"
Mi giro al volo, primo perché la voce è di donna (che, passatemelo, fa strano visto che quantomeno statisticamente le donne tecnologiche non sono molte, e non c'è nulla di male in questo) , e secondo perché la voce è di Donna, al primo ascolto di una certa età, e non certo di una ragazzina.
Mi giro anche perché delle volte è buffo ascoltare i problemi tecnologici degli altri (e sforzarsi per non intervenire quando sparano Enormi Cazzate, ma anche questa è un'altra storia sulla quale un giorno mi cimenterò..), e quindi lo faccio con quel sorrisino lì, di quello che sa, di quello che si diverte, ed in ultima analisi di quello pronto a ridere delle tecnovaccate che ascolterà.
Trovo una bella signora, di quell'età indefinibile che è sopra i 60 ma non ancora 70. Vestita come dovrebbe essere, capello canuto, corto e ben tenuto che invece mi prorompe in un:
"Il led della linea è andato su? Come cosa vuol dire ? È quello con scritto ADSL. È verde. Prima lampeggia e poi rimane fisso"
Soccia, penso io, questa qui non mi è mica sprovveduta, anzi.
"Ok, ora guarda il led (LA LUCINA!!) con scritto TX. Lampeggia?"
Cazzo, ne sa a pacchi. Sono intimorito.
Ma lei continua.
"Non lampeggia ? Allora c'è la portante ma c'è qualche problema di autenticazione in centrale"
MECOJONI !!!
"Quindi se non ha cambiato le impostazioni e la login (e se non lo hai resettato duro)..."
HA DETTO "DURO". Resettato "duro" !!! Miii è troppo da chi ne sa un bel po' !!!
"... devi chiamare il numero dell'assistenza e farti aprire un guasto. Sì.. digli che il router si allinea ma non si autentica... sì, digli così. Bon, fammi sapere eh. Ciao"
Chiude il cellulare e lo ripone nella borsetta (anch'essa molto da Sciura*).
Io la guardo sbalordito. Anzi la fisso. Forse un po' troppo. E forse devo avere una bella faccia da ebete perché lei se ne accorge e mi fa lo sguardo " 'zzo vuoi ?" che mi costringe a fingere di guardare ovunque tranne che lì.
Ma è il mio turno alla cassa. Pago e me ne vo.
Ma prima di dileguarmi non ce la faccio, e la fisso pericolosamente ancora per un po'.
Minkia, avrei un sacco di domande da farle !!!
Ho la curiosità che è salita alle stelle, ha toccato l'apice e continua a fare DING, come quei giochi con i martellone che si vedono nei Luna Park di Happy Days.
Chi era ? Un ingeniere in pensione ? Un premio Nobel en travesti ?
E a chi parlava ? Altro anziano che si sta lanciando nella tecnologia ? O al figlio ? Al nipote ??
Cazzo che scimmia. Io la devo ribeccare. Io devo sapere. DEVO...
P.S.
Ma nel manifesto che ho messo come foto, che ho trovato in google digitando "tecnologia anziani" non pare che il vecchietto faccia la linguetta libidinosa tipo il miglior Fantozzi mentre mi smanaccia la tipa ? O sono malato io ??
*Sciura: in dialetto Lombardo sta per Signora
Fa un caldo maledetto. Visti i primissimi freddi questi hanno accesso gli scaldini a paletta, per permettere ai loro addetti di lavorare in polo, dimenticandosi che la gente entra nel centro commerciale in piumino. E suda.
Io sudo. E sbuffo. E sto diventando ancora più insofferente del solito.
Ma questa è un'altra storia, anzi in effetti non c'entra un tubo, e comunque ne avevo già parlato.
Comunque sono in coda, e sento alle mie spalle una voce di donna che dice:
"Hai riavviato il router ?"
Mi giro al volo, primo perché la voce è di donna (che, passatemelo, fa strano visto che quantomeno statisticamente le donne tecnologiche non sono molte, e non c'è nulla di male in questo) , e secondo perché la voce è di Donna, al primo ascolto di una certa età, e non certo di una ragazzina.
Mi giro anche perché delle volte è buffo ascoltare i problemi tecnologici degli altri (e sforzarsi per non intervenire quando sparano Enormi Cazzate, ma anche questa è un'altra storia sulla quale un giorno mi cimenterò..), e quindi lo faccio con quel sorrisino lì, di quello che sa, di quello che si diverte, ed in ultima analisi di quello pronto a ridere delle tecnovaccate che ascolterà.
Trovo una bella signora, di quell'età indefinibile che è sopra i 60 ma non ancora 70. Vestita come dovrebbe essere, capello canuto, corto e ben tenuto che invece mi prorompe in un:
"Il led della linea è andato su? Come cosa vuol dire ? È quello con scritto ADSL. È verde. Prima lampeggia e poi rimane fisso"
Soccia, penso io, questa qui non mi è mica sprovveduta, anzi.
"Ok, ora guarda il led (LA LUCINA!!) con scritto TX. Lampeggia?"
Cazzo, ne sa a pacchi. Sono intimorito.
Ma lei continua.
"Non lampeggia ? Allora c'è la portante ma c'è qualche problema di autenticazione in centrale"
MECOJONI !!!
"Quindi se non ha cambiato le impostazioni e la login (e se non lo hai resettato duro)..."
HA DETTO "DURO". Resettato "duro" !!! Miii è troppo da chi ne sa un bel po' !!!
"... devi chiamare il numero dell'assistenza e farti aprire un guasto. Sì.. digli che il router si allinea ma non si autentica... sì, digli così. Bon, fammi sapere eh. Ciao"
Chiude il cellulare e lo ripone nella borsetta (anch'essa molto da Sciura*).
Io la guardo sbalordito. Anzi la fisso. Forse un po' troppo. E forse devo avere una bella faccia da ebete perché lei se ne accorge e mi fa lo sguardo " 'zzo vuoi ?" che mi costringe a fingere di guardare ovunque tranne che lì.
Ma è il mio turno alla cassa. Pago e me ne vo.
Ma prima di dileguarmi non ce la faccio, e la fisso pericolosamente ancora per un po'.
Minkia, avrei un sacco di domande da farle !!!
Ho la curiosità che è salita alle stelle, ha toccato l'apice e continua a fare DING, come quei giochi con i martellone che si vedono nei Luna Park di Happy Days.
Chi era ? Un ingeniere in pensione ? Un premio Nobel en travesti ?
E a chi parlava ? Altro anziano che si sta lanciando nella tecnologia ? O al figlio ? Al nipote ??
Cazzo che scimmia. Io la devo ribeccare. Io devo sapere. DEVO...
P.S.
Ma nel manifesto che ho messo come foto, che ho trovato in google digitando "tecnologia anziani" non pare che il vecchietto faccia la linguetta libidinosa tipo il miglior Fantozzi mentre mi smanaccia la tipa ? O sono malato io ??
*Sciura: in dialetto Lombardo sta per Signora
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (43)
Per 10 anni ho dovuto sopportare le mie zie che ai matrimoni di fratelli e cugini, si avvicinavano con un sorrisetto e dandomi una pacca sulla spalla, mi dicevano:
"Allora, sarai tu il prossimo?"
Poi ho iniziato a fare lo stesso ai loro funerali.
Ed hanno smesso.
"Allora, sarai tu il prossimo?"
Poi ho iniziato a fare lo stesso ai loro funerali.
Ed hanno smesso.
venerdì 26 ottobre 2007
giovedì 25 ottobre 2007
Consuma un'arancia al giorno
Quando posso, faccio colazione in Autogrill.
Un po' perché è comodo, con tutta quella cortesia, la disponibilità e l'innegabile ampio parcheggio. Un po' perché c'è il menù cappuccino che preso con il succo ACE è innegabilmente conveniente.
E un po' pure perché hanno il Pain au Chocolat, il trionfo della briosc surgelata su ogni genere di freschezza.
Da tempo loro spingono sulla spremuta, e hanno quella macchina lì che butti tutto dentro senza sbucciare e "hop", da una parte esce il succo e dall'altra le arance spolpate.
Figata :)
Ma stamattina c'era un cartello appeso al soffitto, con una campagna in collaborazione nientemeno con il Ministero della Salute:
e a seguire tutto un elenco di innegabili proprietà del rigonfio di vitamina C frutto.
Dopo le mele, che sappiamo tutti levarci dai maroni medici e affini, anche le arance spaccano come non si può.
Sorrido, e tanto ordino l'ACE che la spremuta a me mi si piazza sullo stomaco e mi fa fare quei rutti l', quelli con il ritorno, acidi acidi che rischi di spruzzare qualcheduno ottenendo un simpatico effetto alla sangue di Alien.
Gusto il tutto e poi mi fermo a pensare al verbo "Consuma".
Non mi piace, mi suona strano.
Il Garzanti mi dice che "consumare" è, prima di tutto "far scemare o logorare con l'uso; esaurire, terminare". E mi immagino uno che prende un'arancia e la consuma, la rovina, la strascica per terra, ci da dentro con una lima bastarda, la brucicchia con l'accendino, ci salta sopra, la tira contro un muro e alla fine prende il cadavere consumato e liso e lo seppellisce.
Quella parola proprio non mi piace.
Certo, pure "Mangia un'arancia al giorno", boh.. non era un granché.
Ma allora perché non usare un linguaggio un po' più gggiovane (ma nemmanco tanto) e prorompere in un bel
Dai "fatti" è meglio. Vuol dire tutto e niente.
Va dal mangia, al bevi a "infilatela nel culo".
Ci sta.
Un po' perché è comodo, con tutta quella cortesia, la disponibilità e l'innegabile ampio parcheggio. Un po' perché c'è il menù cappuccino che preso con il succo ACE è innegabilmente conveniente.
E un po' pure perché hanno il Pain au Chocolat, il trionfo della briosc surgelata su ogni genere di freschezza.
Da tempo loro spingono sulla spremuta, e hanno quella macchina lì che butti tutto dentro senza sbucciare e "hop", da una parte esce il succo e dall'altra le arance spolpate.
Figata :)
Ma stamattina c'era un cartello appeso al soffitto, con una campagna in collaborazione nientemeno con il Ministero della Salute:
Consuma un'arancia al giorno
e a seguire tutto un elenco di innegabili proprietà del rigonfio di vitamina C frutto.
Dopo le mele, che sappiamo tutti levarci dai maroni medici e affini, anche le arance spaccano come non si può.
Sorrido, e tanto ordino l'ACE che la spremuta a me mi si piazza sullo stomaco e mi fa fare quei rutti l', quelli con il ritorno, acidi acidi che rischi di spruzzare qualcheduno ottenendo un simpatico effetto alla sangue di Alien.
Gusto il tutto e poi mi fermo a pensare al verbo "Consuma".
Non mi piace, mi suona strano.
Il Garzanti mi dice che "consumare" è, prima di tutto "far scemare o logorare con l'uso; esaurire, terminare". E mi immagino uno che prende un'arancia e la consuma, la rovina, la strascica per terra, ci da dentro con una lima bastarda, la brucicchia con l'accendino, ci salta sopra, la tira contro un muro e alla fine prende il cadavere consumato e liso e lo seppellisce.
Quella parola proprio non mi piace.
Certo, pure "Mangia un'arancia al giorno", boh.. non era un granché.
Ma allora perché non usare un linguaggio un po' più gggiovane (ma nemmanco tanto) e prorompere in un bel
Fatti un'arancia al giorno
Dai "fatti" è meglio. Vuol dire tutto e niente.
Va dal mangia, al bevi a "infilatela nel culo".
Ci sta.
mercoledì 24 ottobre 2007
Piccoli Gattini Crescono
Ed eccoli, sempre più cresciuti, il Gattino Ender (quello bianco e rosso) ed il Gattino Puck (beh... quell'altro no?)
Le due gioie del papà :)
La danza dei numeri
Succede spesso che l'azienda per cui lavori, e che ti ha appioppato un teRRiBBile Cellulare Aziendale, cambi tutti i numeri in un colpo solo.
Magari c'è una bella offerta per le reti aziendali di uno degli operatori, una di quelle alle quali non si può rifiutare, magari anche un po' stracciamutande, ed ecco arrivare una bella pletora di numeretti (di solito) sequenziali.
Siccome sappiamo bene che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma come ci ha insegnato il buon Lavoisier, ma anche e soprattuto che non si butta via niente, dette compagnie sono use riciclare i numeri (che sono per definizione finiti, o almeno credo) per tutti i secoli dei secoli, ad libitum e amen.
Eccomi quindi proprietario di un nuovo numero, e fin qui tutto bene, mi si dirà.
Ma come tutti i telefoni aziendali è ERESIA, quantomeno per il sottoscritto, tenerli accessi fuori dall'orario di lavoro. Si spegne subito quando si è deciso che il tempo da immolare alla professione che in fin della fiera ha l'unico scopo di pagarci il tempo libero è bello che esaurito. E senza troppi rimorsi.
E anche fin qui tutto bene.
Così facendo però si tiene scollegato l'apparecchio durante il periodo normalmente dedicato dai più alla vita sociale, allo scambio di messaggi e alle comunicazioni più disparate.
Ecco, sono tre settimane che ricevo i più disparati SMS e messaggi lasciati in segreteria telefonica; che sono una bella palla.
Il tizio (o i tizi) che ha posseduto prima del sottoscritto tale numero doveva essere uno con una gran vita privata, di quelle articolate ed anche un po' rocambolesche.
Vado alla spiega:
Segreteria dell'altra mattina
Ancora la segeretria
SMS
Segreteria
La storia si sta facendo sempre più affascinante.
Se non che l'altra mattina arrivano a raffica un quattro SMS, scritti probabilmente nella notte.
Al quinto SMS, con una cosa del tipo "Dai chiamami", ho dovuto rispondere.
"Hai sbagliato numero. Sono un uomo, 1 metro e 85 per 100 e passa Kg. E sono incazzato come un calabrone."
Nessuno rispose....
Magari c'è una bella offerta per le reti aziendali di uno degli operatori, una di quelle alle quali non si può rifiutare, magari anche un po' stracciamutande, ed ecco arrivare una bella pletora di numeretti (di solito) sequenziali.
Siccome sappiamo bene che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma come ci ha insegnato il buon Lavoisier, ma anche e soprattuto che non si butta via niente, dette compagnie sono use riciclare i numeri (che sono per definizione finiti, o almeno credo) per tutti i secoli dei secoli, ad libitum e amen.
Eccomi quindi proprietario di un nuovo numero, e fin qui tutto bene, mi si dirà.
Ma come tutti i telefoni aziendali è ERESIA, quantomeno per il sottoscritto, tenerli accessi fuori dall'orario di lavoro. Si spegne subito quando si è deciso che il tempo da immolare alla professione che in fin della fiera ha l'unico scopo di pagarci il tempo libero è bello che esaurito. E senza troppi rimorsi.
E anche fin qui tutto bene.
Così facendo però si tiene scollegato l'apparecchio durante il periodo normalmente dedicato dai più alla vita sociale, allo scambio di messaggi e alle comunicazioni più disparate.
Ecco, sono tre settimane che ricevo i più disparati SMS e messaggi lasciati in segreteria telefonica; che sono una bella palla.
Il tizio (o i tizi) che ha posseduto prima del sottoscritto tale numero doveva essere uno con una gran vita privata, di quelle articolate ed anche un po' rocambolesche.
Vado alla spiega:
Segreteria dell'altra mattina
Salve, sono il direttore della banca. La sto cercando da settimane per chiudere quella cosa. Si faccia trovare !Uhmamma che brutto quando ti cerca un direttore di banca.... di solito sono sempre granCazzi.
Ancora la segeretria
Buongiorno sono l'avvocato Filini. Le ricordo il nostro appuntamento, veda di non mancare.Marò... pure l'avvocato. Se non sono razzi amarissimi questi...
SMS
Ciao sono Corinne, la mamma di Eric. La partita di Basket è fissata per lunedì prossimo alle 15.Dunque dunque... O è un messaggio in codice da una qualche amante, oppure il tizio in questione mi ha pure figliato. E il figlio gioca a basket. Buono.
Segreteria
Pronto ? Pronto ???!?! Ma non risponde mai a questo numero ?? Allora ?? Mavaff...Dunque, facendo delle congetture azzardatissime questo tizio è nei guai con la banca, con la legge, e quest'ultimo qui come minimo è uno a cui deve dei soldi.
La storia si sta facendo sempre più affascinante.
Se non che l'altra mattina arrivano a raffica un quattro SMS, scritti probabilmente nella notte.
1. Ma lo sai che hai degli occhi stupendi ? :*Dunque. Questo caso lo isolerei. Questo è il classico caso della tipa che da un numero di cellulare finto ad un tipo insistente.
2. Dai rispondimi, non farmi stare in attesa così.
3. Ti sto pensando. Sei troppo fantastica !!
4. Allora dai... rispondi.. non fare la bidonara :(
Al quinto SMS, con una cosa del tipo "Dai chiamami", ho dovuto rispondere.
"Hai sbagliato numero. Sono un uomo, 1 metro e 85 per 100 e passa Kg. E sono incazzato come un calabrone."
Nessuno rispose....
martedì 23 ottobre 2007
Ma sarò scemo io o....
Oppure questa immagine con il piffero che la si può vedere girare pure in senso orario come dice questo qui ?
lunedì 22 ottobre 2007
La Sindrome del Pilota d'Aereo
Marò che periodo... Professionalmente parlando quantomeno.
Sono rimasto solo a gestire tutto l'EDP di un'azienda che sta cercando di superare una pesante crisi, e prima eravamo praticamente in 5.
É tutto un telefono che esplode, email che esplode, richieste a raffica , e quant'altro. Richieste che vanno dalle spelare un cavo fino a scrivere un programma urgentissimo per la trasmissione dei dati all'Agenzia delle Entrate. Passo quindi dallo stare sotto alle scrivanie, a spostare mobili e a dialogare con il Ministero in uno schiocco di dita.
E mi sento sotto pressione mica da ridere.
Giusto qualche tempo fa mi avevano girato questo articolo, che sostiene che in generale chi fa il mio lavoro subisce lo stesso quantitativo di stress che torchia un pilota d'aereo.
Ai tempi lo avevo bollato con un "mavacagher" roboante, ma soccia.. mi devo ricredere.. e di bella !
Ne cito un passo:
Ci credo (ed in molti mi capiranno): per tutti quelli che telefonano il fatto che la mail abbia fatto "pling plong" invece di "pling pling" è un fatto urgentissimo, che va risolto subito !!!!
Ed è inutile spiegare loro come mai la risposta sembra arrivare direttamente da un cane idrofobo e molto, MOLTO incazzato.
Avevo pensato di stampare quell'articolo ed affiggerlo in sala caffè, sperando in un po' di comprensione... Ma è tutto inutile.
Ci vuole solo un fucile a pompa. O un lanciafiamme...
Sono rimasto solo a gestire tutto l'EDP di un'azienda che sta cercando di superare una pesante crisi, e prima eravamo praticamente in 5.
É tutto un telefono che esplode, email che esplode, richieste a raffica , e quant'altro. Richieste che vanno dalle spelare un cavo fino a scrivere un programma urgentissimo per la trasmissione dei dati all'Agenzia delle Entrate. Passo quindi dallo stare sotto alle scrivanie, a spostare mobili e a dialogare con il Ministero in uno schiocco di dita.
E mi sento sotto pressione mica da ridere.
Giusto qualche tempo fa mi avevano girato questo articolo, che sostiene che in generale chi fa il mio lavoro subisce lo stesso quantitativo di stress che torchia un pilota d'aereo.
Ai tempi lo avevo bollato con un "mavacagher" roboante, ma soccia.. mi devo ricredere.. e di bella !
Ne cito un passo:
La causa principale di questo stato, secondo un professore di psicologia dell'Università del Michigan, è da ricercarsi nell'accumulo di più responsabilità in una persona sola e nel fatto che, se il sistema It perde affidabilità, a rimetterci è l'azienda nel suo intero. In una condizione che non ha soluzione di continuità e perdura per 24 ore nell'arco dei sette giorni. Fatte le debite proporzioni, il Cio si sente come il pilota di un aereo, con nelle proprie mani il destino altrui.Ed anche:
praticamente tutti i Cio sentiti hanno rivelato di ricevere domande e richieste di intervento dalle più disparate fonti, anche in relazione a problemi ritenuti banaliIn pratica questo avvalora quella famosa tesi per la quale tutti i "tecnici" all'interno di un'azienda hanno un atteggiamento acido, strafottente e perennemente incazzosetto.
Ci credo (ed in molti mi capiranno): per tutti quelli che telefonano il fatto che la mail abbia fatto "pling plong" invece di "pling pling" è un fatto urgentissimo, che va risolto subito !!!!
Ed è inutile spiegare loro come mai la risposta sembra arrivare direttamente da un cane idrofobo e molto, MOLTO incazzato.
Avevo pensato di stampare quell'articolo ed affiggerlo in sala caffè, sperando in un po' di comprensione... Ma è tutto inutile.
Ci vuole solo un fucile a pompa. O un lanciafiamme...
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (42)
Al reparto alimentari si presenta un omino di Cinisello con faccia da pignolo e piantagrane, e chiede al commesso mezzo cocomero.
"Un momento solo signore, devo chiedere una cosa al responsabile".
Il commesso si avvia verso gli uffici direzionali senza accorgersi che il cliente lo segue.
Entra nell'ufficio del responsabile e prorompe:
"Direttore, c'è un cretino di la' che mi ha chiesto mezzo cocomero".
Cenni disperati del responsabile, che ha visto il cretino in questione.
Il commesso si gira e, senza fare una piega, dice:
"E poi ci sarebbe questo gentleman che sarebbe interessato a prendere l'altra metà".
Risolta la situazione, il responsabile e il commesso si ritrovano da soli nell'ufficio:
"Giovanotto", dice il direttore, "stava per combinare un bel disastro, ma non ho potuto fare a meno di ammirare il sangue freddo con cui ne è uscito fuori.
Vorrei sapere qualcosa di più sul suo conto. Come si chiama?".
"Mi chiamo Pasquale Quagliarulo, signore, e vengo da Napoli, città di grandi calciatori e grandi mignotte".
Il direttore: "Mia moglie è di Napoli......".
"Ah, si'? E in che ruolo gioca?".
(@ by VoitureCafe')
"Un momento solo signore, devo chiedere una cosa al responsabile".
Il commesso si avvia verso gli uffici direzionali senza accorgersi che il cliente lo segue.
Entra nell'ufficio del responsabile e prorompe:
"Direttore, c'è un cretino di la' che mi ha chiesto mezzo cocomero".
Cenni disperati del responsabile, che ha visto il cretino in questione.
Il commesso si gira e, senza fare una piega, dice:
"E poi ci sarebbe questo gentleman che sarebbe interessato a prendere l'altra metà".
Risolta la situazione, il responsabile e il commesso si ritrovano da soli nell'ufficio:
"Giovanotto", dice il direttore, "stava per combinare un bel disastro, ma non ho potuto fare a meno di ammirare il sangue freddo con cui ne è uscito fuori.
Vorrei sapere qualcosa di più sul suo conto. Come si chiama?".
"Mi chiamo Pasquale Quagliarulo, signore, e vengo da Napoli, città di grandi calciatori e grandi mignotte".
Il direttore: "Mia moglie è di Napoli......".
"Ah, si'? E in che ruolo gioca?".
(@ by VoitureCafe')
venerdì 19 ottobre 2007
Edicola
Da sempre ho un'attrazione morbosa per le edicole.
É una cosa che mi porto dietro fin da piccolo, quando ero già un avido lettore di fumetti.
Che bei ricordi con il Corrierino dei Piccoli, La Pimpa o il Giornalino. Quanti pomeriggi passati a leggere e a rileggere le storie.
Ma non solo ! In edicola c'erano tutti quegli affari lì che potevi costruire, o cose da montare e costruire. Addirittura ti regalavano i fiori da piantare e altre cose astruse.
Era, per me giovine pampino, una sorta di Paese dei Balocchi, una fiera delle fiere, un mondo ricco di nuovi giochi.
Casso ma chi si ricorda (e varda che bisogna avere un po' di annetti sulle spallucce eh) di quella rivista pseudo-ufologica che regalava una sorta di sacchettone nero di plastica leggerissima, delle dimensioni tipo di un mega sacco della spazzatura, che gonfiavi e poi scaldandosi con il sole volava tipo dirigibile ? (cit:marrone, senza elica e timone)
Siccome il materiale era fragilissimo si sventrava in fretta, e ricordo che avevo pure tentato di farlo con un sacco della nettezza, che avevo lasciato al sole tutto il pomeriggio, ma che proprio non ne voleva sapere di ergersi in volo.
E tutta una serie di cose così :)
Negli anni questa morbosità da edicola ha raggiunto dei picchi che manco Messner.
Fumetti, riviste di tecnologia ma anche un sacco di Magazine vari, maschili o meno, facevano parte del mio paniere di acquisto settimanale.
Soccia, l'edicolante di quando abitavo in Viale Belforte mi aveva fatto il cesto per Natale !!! E mica uno di quelli spuzzi eh, con magari solo panettone e bottiglia di aceto zuccherato con aggiunta di idrolitina, proprio uno bello! Di quello con la busta di salmone affumicato, le uova di lompo e il burro Soresina.
Quando ho traslocato il pover'uomo era disperato. E ci credo, ai tempi del climax massimo di dipendenza da carta stampata gli lasciavo lì parecchie decine di biglietti da mille (lire) alla settimana.
Con il tempo mi sono dato una regolata. Ma la visita all'edicola riserva al sottoscritto ancora piacere sul filo dell'erotico, dell'onanistico.
E proprio l'altro giorno mi sono infilato "dietro", in quel posto dove una volta si tenevano i pornazzi (Ifix Tcen Tcen !) e quelle riviste lì assurde, magari annuali, dell'uncinetto ed altre cose che boh... di solito stan lì a prendere polvere o ad ingiallire sotto il sole. Per tutti i secoli dei secoli, amen.
Ma ora l'approccio è cambiato, i pornazzi sono sostituiti da DVD in bella mostra all'interno (che oramai siamo tutti emancipati) insieme a quelle assurde raccolte di coltelli d'epoca, pipe, soldatini di ghisa, merletti, lampadine, chiavi e preservativi, anche usati.
Questa ad esempio si chiama "Carp Magazine"!!!! e sì, parla di carpe. Oddio si dirà così in inglese (un po' come si dice serpent o "bisc"), ma il fatto è che è un'intera rivista mensile (sic) dedicata alla pesca delle carpe.
E quella dedicata ai mezzi da cantiere ? Co su tutte le foto di gru, muletti e quei macchinari strani guidati cmq da un uomo di cui non si capisce una ceppa ?
E quella interamente dedicata ai battiscopa ? Dalla scelta alla posa ?
Quella che ti dice tutto, ogni mese !, sul Dècoupage, ovvero l'arte di traferire le immagini su altri oggetti... tipo i trasferelli che c'erano sempre in edicola quando ero bambino.
Minkia, sono trasferelli !!! cosa avranno da dire tutti i mesi ???
Ma poi pensi "vabbè, se ci sono è perché qualcuno le compra".
Ma l'editoria non era in crisi ?
É una cosa che mi porto dietro fin da piccolo, quando ero già un avido lettore di fumetti.
Che bei ricordi con il Corrierino dei Piccoli, La Pimpa o il Giornalino. Quanti pomeriggi passati a leggere e a rileggere le storie.
Ma non solo ! In edicola c'erano tutti quegli affari lì che potevi costruire, o cose da montare e costruire. Addirittura ti regalavano i fiori da piantare e altre cose astruse.
Era, per me giovine pampino, una sorta di Paese dei Balocchi, una fiera delle fiere, un mondo ricco di nuovi giochi.
Casso ma chi si ricorda (e varda che bisogna avere un po' di annetti sulle spallucce eh) di quella rivista pseudo-ufologica che regalava una sorta di sacchettone nero di plastica leggerissima, delle dimensioni tipo di un mega sacco della spazzatura, che gonfiavi e poi scaldandosi con il sole volava tipo dirigibile ? (cit:marrone, senza elica e timone)
Siccome il materiale era fragilissimo si sventrava in fretta, e ricordo che avevo pure tentato di farlo con un sacco della nettezza, che avevo lasciato al sole tutto il pomeriggio, ma che proprio non ne voleva sapere di ergersi in volo.
E tutta una serie di cose così :)
Negli anni questa morbosità da edicola ha raggiunto dei picchi che manco Messner.
Fumetti, riviste di tecnologia ma anche un sacco di Magazine vari, maschili o meno, facevano parte del mio paniere di acquisto settimanale.
Soccia, l'edicolante di quando abitavo in Viale Belforte mi aveva fatto il cesto per Natale !!! E mica uno di quelli spuzzi eh, con magari solo panettone e bottiglia di aceto zuccherato con aggiunta di idrolitina, proprio uno bello! Di quello con la busta di salmone affumicato, le uova di lompo e il burro Soresina.
Quando ho traslocato il pover'uomo era disperato. E ci credo, ai tempi del climax massimo di dipendenza da carta stampata gli lasciavo lì parecchie decine di biglietti da mille (lire) alla settimana.
Con il tempo mi sono dato una regolata. Ma la visita all'edicola riserva al sottoscritto ancora piacere sul filo dell'erotico, dell'onanistico.
E proprio l'altro giorno mi sono infilato "dietro", in quel posto dove una volta si tenevano i pornazzi (Ifix Tcen Tcen !) e quelle riviste lì assurde, magari annuali, dell'uncinetto ed altre cose che boh... di solito stan lì a prendere polvere o ad ingiallire sotto il sole. Per tutti i secoli dei secoli, amen.
Ma ora l'approccio è cambiato, i pornazzi sono sostituiti da DVD in bella mostra all'interno (che oramai siamo tutti emancipati) insieme a quelle assurde raccolte di coltelli d'epoca, pipe, soldatini di ghisa, merletti, lampadine, chiavi e preservativi, anche usati.
Questa ad esempio si chiama "Carp Magazine"!!!! e sì, parla di carpe. Oddio si dirà così in inglese (un po' come si dice serpent o "bisc"), ma il fatto è che è un'intera rivista mensile (sic) dedicata alla pesca delle carpe.
E quella dedicata ai mezzi da cantiere ? Co su tutte le foto di gru, muletti e quei macchinari strani guidati cmq da un uomo di cui non si capisce una ceppa ?
E quella interamente dedicata ai battiscopa ? Dalla scelta alla posa ?
Quella che ti dice tutto, ogni mese !, sul Dècoupage, ovvero l'arte di traferire le immagini su altri oggetti... tipo i trasferelli che c'erano sempre in edicola quando ero bambino.
Minkia, sono trasferelli !!! cosa avranno da dire tutti i mesi ???
Ma poi pensi "vabbè, se ci sono è perché qualcuno le compra".
Ma l'editoria non era in crisi ?
giovedì 18 ottobre 2007
Aiutate un giovine autore
É uscita la versione rieditata a nuovo del capolavoro annunciato di mio fratello, che si è lanciato in una nuova avventura: un'associazione culturale (XII) che è anche una casa editrice ed un gruppo di autori.
Un editore indipendente e no-profit che cerca di promuovere giovani scrittori, artigiani della parola.
Il suo libro è, come è da sempre nelle sue corde, di genere "horror" (poi mi dirà lui quale catalogazione preferisce :P) , visto che i suoi maestri sono da sempre King ("stiven ching") e Koontz e come per'altro dice lui stesso in questa intervista su False Percezioni.
Insomma, l'è ul mè fradel e a l'è tant brau, e il suo libro è in promozione a soli 8,33 euri!
(io ne ho comprate 3 copie)
Un editore indipendente e no-profit che cerca di promuovere giovani scrittori, artigiani della parola.
Il suo libro è, come è da sempre nelle sue corde, di genere "horror" (poi mi dirà lui quale catalogazione preferisce :P) , visto che i suoi maestri sono da sempre King ("stiven ching") e Koontz e come per'altro dice lui stesso in questa intervista su False Percezioni.
Insomma, l'è ul mè fradel e a l'è tant brau, e il suo libro è in promozione a soli 8,33 euri!
(io ne ho comprate 3 copie)
AppuntiDigitali.it
Gonfio di orgoglio e malcelata vanagloria mi permetto di segnalare qui i miei post su AppuntiDigitali.it
(mi si perdoni)
Grazie per la cortese attenzione :)
mercoledì 17 ottobre 2007
La memoria dei pesci rossi
Si dice che i pesci rossi abbiano una memoria molto breve: riescono a conservare i ricordi per qualcosa come cinque secondi.
Per questo vivono bene anche in ambienti piccoli come gli acquari.
"Oh bello, guarda quante bolle d'aria!"
"Ma queste piante acquatiche sono di plastica?"
"E tutti quegli altri pesci rossi là? Devono essere appena arrivati..."
"Oh bello, guarda quante bolle d'aria!"
E così via....
Io da tempo uso la scusa della "memoria dei pesci rossi" quando non ricordo la maggior parte delle cose che mi si dicono, soprattutto dal punto di vista lavorativo.
Un numero da ricordare, una persona da richiamare, una mail da inviare, o un appunto in generale comunicatomi magari di fretta sulle scale, sparisce dalla mia memoria breve entro MASSIMO 10 secondi netti. E non torna più.
Di questo problema di solito avviso amici e colleghi e dico sempre "sì ok, ma tanto non me lo ricordo, mandami dopo un appunto via email/sms/etc."
Ma fosse solo questo... in realtà non ho memoria in generale.
Del tipo che ricordo il testo di un sacco di canzoni, racconto aneddoti di cose capitatemi anni fa, cito a memoria i film indimenticabili, ma non ricordo quasi null'altro.. figuriamoci persone, visi, nomi incontrati anche (non troppo) fugacemente !
Non essere fisionomisti poi è un macello ! Non riconoscendo nessuno, ti sembra di riconoscere tutti !!! E mi capitano delle cose del tipo che magari uno mi fissa un po' mentre sono il fila alla cassa del supermercato e io dopo un po' gli faccio un cenno di saluto.. che non si sa mai... Se il tipo mi guarda sorpreso, giro la testa da un'altra parte e faccia finta di nulla.
Però uno se ne fa una ragione e bon. Non mi ricordo e bon. E se qualcuno mi dice "ma come non ti ricordi quell'estate nel 92 che ci ha presentati Don Semenza al concerto di Drupi ? ... che tu avevi la bandana in testa e giravi con quella strana moto.." ; io sono costretto a rispondere "no guarda mi dispiace ma non ti offendere.... la sai la storia della memoria dei pesci rossi ?".. e di solito me la cavo via così.
L'altra sera però me ne è successa una incredibile.
Esco dal Jappo di Varese e vedo un tipo che mi luma duro.
É fermo al passaggio pedonale; fisso; ritto; incuriosito.
Mi guarda arrivare, con quell'espressione del "ma io ti conosco"
Ora, c'è da fare un'altra premessa. Come ho già avuto modo di dire quelli come me grandi, grossi, rasati e con il pizzettone sono tutti uguali. E mi è capitato sovente di essere scambiato per qualcun'altro (con anche dei risvolti gustosi del tipo "mannò !! tu sei il bassista che ieri suonava alle Scimmie !! quello che poi è andato via con le due coriste di colore !!".. ecco quella volta lì ho risposto "sì ero io", ma di solito non lo sono mai.. ecco), quindi aspetto che il tizio parli per dire "no, non sono io. ti confondi con qualcuno che mi somiglia".
Ma questo persiste. Punta il dito e dice "Ma tu sei mica Luca Cassia che andava all'asilo a Bizzozzero ?"
Prica, sono io.
"Sì in effetti mi chiamo così e andavo in quell'asilo lì... ma perdonami.. tu chi sei ?"
Il tipo si rattrista: "Ma come non ti ricordi ? Sono Luigi. Eravamo inseparabili. Giocavamo sempre insieme e a carnevale ci siamo vestiti tutti e due da messicani con il sombrero. Non ti ricordi di Suor Evelina (che noi chiamavamo tutti Suor Charles Bronson per via dei suoi baffi) e di Suor Lisetta (Suor Groucho Marx, stesso motivo) e di quella gran rompiballe di Suor Savina (Suor Dalì, vedi sopra)?"
Io ovviamente non mi ricordo. Nulla.
Casso ma dei tempi dell'asilo ho solo dei vaghi flash. Cosa avevo ? 4, 5 anni ?
Ho una vaaaagggaaaa immagine del luogo, e delle persone che c'erano.
Come mentula si fa a ricordarsi ?
E poi, hai in mente di cosa uno è cambiato dai 4 anni ai 38 ???
Ero un bambino con tanti capelli biondi e ora sono un colosso sovrappeso senza capelli con la barba di Leonida dal film 300 (o quasi) !
Gli chiedo scusa, visto che non ricordo nessun Luigi.
Anzi, con una coda di paglia lunghissima gli dico che adesso che mi dice sì, mi pare di.. sì dai mi ricordo.
Ma 'sto cazzo, invece.
Alla fine ci siamo scambiati i cellulari, con la promessa di rivederci e di raccontarci gli ultimi 34 anni.
Ma io mi sento lo stesso una merda....
Per questo vivono bene anche in ambienti piccoli come gli acquari.
"Oh bello, guarda quante bolle d'aria!"
"Ma queste piante acquatiche sono di plastica?"
"E tutti quegli altri pesci rossi là? Devono essere appena arrivati..."
RESET
"Oh bello, guarda quante bolle d'aria!"
E così via....
Io da tempo uso la scusa della "memoria dei pesci rossi" quando non ricordo la maggior parte delle cose che mi si dicono, soprattutto dal punto di vista lavorativo.
Un numero da ricordare, una persona da richiamare, una mail da inviare, o un appunto in generale comunicatomi magari di fretta sulle scale, sparisce dalla mia memoria breve entro MASSIMO 10 secondi netti. E non torna più.
Di questo problema di solito avviso amici e colleghi e dico sempre "sì ok, ma tanto non me lo ricordo, mandami dopo un appunto via email/sms/etc."
Ma fosse solo questo... in realtà non ho memoria in generale.
Del tipo che ricordo il testo di un sacco di canzoni, racconto aneddoti di cose capitatemi anni fa, cito a memoria i film indimenticabili, ma non ricordo quasi null'altro.. figuriamoci persone, visi, nomi incontrati anche (non troppo) fugacemente !
Non essere fisionomisti poi è un macello ! Non riconoscendo nessuno, ti sembra di riconoscere tutti !!! E mi capitano delle cose del tipo che magari uno mi fissa un po' mentre sono il fila alla cassa del supermercato e io dopo un po' gli faccio un cenno di saluto.. che non si sa mai... Se il tipo mi guarda sorpreso, giro la testa da un'altra parte e faccia finta di nulla.
Però uno se ne fa una ragione e bon. Non mi ricordo e bon. E se qualcuno mi dice "ma come non ti ricordi quell'estate nel 92 che ci ha presentati Don Semenza al concerto di Drupi ? ... che tu avevi la bandana in testa e giravi con quella strana moto.." ; io sono costretto a rispondere "no guarda mi dispiace ma non ti offendere.... la sai la storia della memoria dei pesci rossi ?".. e di solito me la cavo via così.
L'altra sera però me ne è successa una incredibile.
Esco dal Jappo di Varese e vedo un tipo che mi luma duro.
É fermo al passaggio pedonale; fisso; ritto; incuriosito.
Mi guarda arrivare, con quell'espressione del "ma io ti conosco"
Ora, c'è da fare un'altra premessa. Come ho già avuto modo di dire quelli come me grandi, grossi, rasati e con il pizzettone sono tutti uguali. E mi è capitato sovente di essere scambiato per qualcun'altro (con anche dei risvolti gustosi del tipo "mannò !! tu sei il bassista che ieri suonava alle Scimmie !! quello che poi è andato via con le due coriste di colore !!".. ecco quella volta lì ho risposto "sì ero io", ma di solito non lo sono mai.. ecco), quindi aspetto che il tizio parli per dire "no, non sono io. ti confondi con qualcuno che mi somiglia".
Ma questo persiste. Punta il dito e dice "Ma tu sei mica Luca Cassia che andava all'asilo a Bizzozzero ?"
Prica, sono io.
"Sì in effetti mi chiamo così e andavo in quell'asilo lì... ma perdonami.. tu chi sei ?"
Il tipo si rattrista: "Ma come non ti ricordi ? Sono Luigi. Eravamo inseparabili. Giocavamo sempre insieme e a carnevale ci siamo vestiti tutti e due da messicani con il sombrero. Non ti ricordi di Suor Evelina (che noi chiamavamo tutti Suor Charles Bronson per via dei suoi baffi) e di Suor Lisetta (Suor Groucho Marx, stesso motivo) e di quella gran rompiballe di Suor Savina (Suor Dalì, vedi sopra)?"
Io ovviamente non mi ricordo. Nulla.
Casso ma dei tempi dell'asilo ho solo dei vaghi flash. Cosa avevo ? 4, 5 anni ?
Ho una vaaaagggaaaa immagine del luogo, e delle persone che c'erano.
Come mentula si fa a ricordarsi ?
E poi, hai in mente di cosa uno è cambiato dai 4 anni ai 38 ???
Ero un bambino con tanti capelli biondi e ora sono un colosso sovrappeso senza capelli con la barba di Leonida dal film 300 (o quasi) !
Gli chiedo scusa, visto che non ricordo nessun Luigi.
Anzi, con una coda di paglia lunghissima gli dico che adesso che mi dice sì, mi pare di.. sì dai mi ricordo.
Ma 'sto cazzo, invece.
Alla fine ci siamo scambiati i cellulari, con la promessa di rivederci e di raccontarci gli ultimi 34 anni.
Ma io mi sento lo stesso una merda....
giovedì 11 ottobre 2007
uelcom Alessandro !!
Ieri sera mamma Elisa ha dato alla luce Alessandro !!
Aguri a Elisa (mandala il suo nick) , Mauro e al nuovo arrivato !!
Certo che è un periodo prolifico eh :D
Ovviamente ora partono tutte quelle cose del tipo "se noi avremo una femmina li facciamo sposare" e tutte quelle cose lì che quando ero un bambino (e degli amici de miei genitori avevano avuto una femmina un anno dopo di me) mi facevano imbestialire.
Ti accorgi però che con il passare degli anni le cose che ti sembravano delle Solenni Coglionate e che ti ripromettevi di MAI dire e/o fare diventano così "carrrrRRRRine".
Ecco un altro segno dell'età che avanza (intendo oltre ai peli che smettono di crescere dove dovrebbero e cominciano a crescere dove NON)
Ma questa è un'altra storia....
Ancora auguri :)
Aguri a Elisa (mandala il suo nick) , Mauro e al nuovo arrivato !!
Certo che è un periodo prolifico eh :D
Ovviamente ora partono tutte quelle cose del tipo "se noi avremo una femmina li facciamo sposare" e tutte quelle cose lì che quando ero un bambino (e degli amici de miei genitori avevano avuto una femmina un anno dopo di me) mi facevano imbestialire.
Ti accorgi però che con il passare degli anni le cose che ti sembravano delle Solenni Coglionate e che ti ripromettevi di MAI dire e/o fare diventano così "carrrrRRRRine".
Ecco un altro segno dell'età che avanza (intendo oltre ai peli che smettono di crescere dove dovrebbero e cominciano a crescere dove NON)
Ma questa è un'altra storia....
Ancora auguri :)
lunedì 8 ottobre 2007
Inglish Uords [2]
Sarà che ultimanente il mio lato "maestrina" (ma che potremmo tranquillamente chiamare "saccenteria", visto che di questo si tratta) è più scatenato che mai, ma voglio riprendere un post dove parlavo delle parole utilizzati dagli algoamericani che "sembrano" italiane.
Anzi no, 'sto giro parlo di alcune parole che ho notato essere utilizzate da David Letterman durante il suo Late Show, che ovviamente trattandosi di lingua italiana non potevano che riguardare il cibo.
Ocio, è OVVIO che non sto parlando dei vari "spagheddi" o "lasagni" o "salami" ovvero la buffa pronuncia che hanno di parole di per sé intraducibili. Parlo dello strano fenomeno di utilizzare vocaboli italiani per pietanze che bene o male hanno un loro corrispondete nella lingua di Albione.
"Prosciuddo"
L'altra sera David raccontava un gustoso aneddoto su una signora che cercava un "Prosciuddo Sandwich". Lì per lì mi pareva strano. Pensavo di aver capito male la parola.
Poi penso "certo per loro magari Ham identifica il cotto, e per quello crudo usano la parola Prosciutto".
In effetti pare sia così: cercando con Santo Google si trovano innumerevoli ricette (!!!) per creare un gustosissimo sandwich al crudo.
"Bologni"
Ieri sera è stata la volta del "Bologni Sandwich" e, inutile a dirlo, Google mi ha dato la stessa risposta. Ma qui ci sta: evidentemente in USA non hanno un salume simile alla Bologna.
Ma poi è arrivata una cosa strana.
"Biscodi"
Orpo qui ci uscivo di testa. Di biscotti ne hanno a bizzeffe, di tutte le fogge e di tutti i gusti.
Mi viene in aiuto Wikipedia, che mi racconta che per gli inglesi i "biscodi" fanno parte dell' "Espresso Bar Experience". Quindi per loro tutto ciè che è italiano (dall'amaretto al bucaneve) è un "biscodi". Anzi no, questo in linea generale; in senso più stretto stanno ad indicare i "Biscotti di Prato", ovvero i cantucci toscani (o cantuccini).
Tutto ciò non può che far riflettere....
Gli inglesi, ed in generale in nord-europei, hanno una sola parola per descrivere prosciutto (ham) ed una sola per il formaggio (cheese).
Mi è capitato all'estero più di una volta una macchietta del tipo che qualcuno mi chiedeva se volevo del formaggio e io rispondessi "che formaggio?" ottenendo come reazione uno sguardo tra il buffo e l'infastidito.
Cioè, a me sembra una domanda normale.
Se è vero che se alla risposta "che prosciutto" si può tendenzialmente rispondere "cotto o crudo" (dimenticandosi le N varianti del solo crudo - dal Parma al San Daniele - e senza entrare nei casini del cotto - dalla Spalla al Praga - ) è indubbio che alla domanda "che formaggio" le risposte possono essere nell'ordine delle centinaia.
Voglio dire, se mi propongono un "Cheese Sandwich" si potrebbe variare dall'aggressivo e molliccio Gorgonzola fino allo stagionato ed arcigno Pecorino, passando da una pletora di sapori, profumi e consistenze che "apriti cielo"!!!
Per gli inglesi invece il formaggio è formaggio, e se vuoi un panino al formaggio quello è. E bon.
Nei posti più ricercati è quindi tutto un "mozarella cheese" o un "provolone cheese". Ma questo nei posti "cool".
Per la gente normale il "cheese" è sempre quello.
E tutto ciò è molto triste... nevvero...
Anzi no, 'sto giro parlo di alcune parole che ho notato essere utilizzate da David Letterman durante il suo Late Show, che ovviamente trattandosi di lingua italiana non potevano che riguardare il cibo.
Ocio, è OVVIO che non sto parlando dei vari "spagheddi" o "lasagni" o "salami" ovvero la buffa pronuncia che hanno di parole di per sé intraducibili. Parlo dello strano fenomeno di utilizzare vocaboli italiani per pietanze che bene o male hanno un loro corrispondete nella lingua di Albione.
"Prosciuddo"
L'altra sera David raccontava un gustoso aneddoto su una signora che cercava un "Prosciuddo Sandwich". Lì per lì mi pareva strano. Pensavo di aver capito male la parola.
Poi penso "certo per loro magari Ham identifica il cotto, e per quello crudo usano la parola Prosciutto".
In effetti pare sia così: cercando con Santo Google si trovano innumerevoli ricette (!!!) per creare un gustosissimo sandwich al crudo.
"Bologni"
Ieri sera è stata la volta del "Bologni Sandwich" e, inutile a dirlo, Google mi ha dato la stessa risposta. Ma qui ci sta: evidentemente in USA non hanno un salume simile alla Bologna.
Ma poi è arrivata una cosa strana.
"Biscodi"
Orpo qui ci uscivo di testa. Di biscotti ne hanno a bizzeffe, di tutte le fogge e di tutti i gusti.
Mi viene in aiuto Wikipedia, che mi racconta che per gli inglesi i "biscodi" fanno parte dell' "Espresso Bar Experience". Quindi per loro tutto ciè che è italiano (dall'amaretto al bucaneve) è un "biscodi". Anzi no, questo in linea generale; in senso più stretto stanno ad indicare i "Biscotti di Prato", ovvero i cantucci toscani (o cantuccini).
Tutto ciò non può che far riflettere....
Gli inglesi, ed in generale in nord-europei, hanno una sola parola per descrivere prosciutto (ham) ed una sola per il formaggio (cheese).
Mi è capitato all'estero più di una volta una macchietta del tipo che qualcuno mi chiedeva se volevo del formaggio e io rispondessi "che formaggio?" ottenendo come reazione uno sguardo tra il buffo e l'infastidito.
Cioè, a me sembra una domanda normale.
Se è vero che se alla risposta "che prosciutto" si può tendenzialmente rispondere "cotto o crudo" (dimenticandosi le N varianti del solo crudo - dal Parma al San Daniele - e senza entrare nei casini del cotto - dalla Spalla al Praga - ) è indubbio che alla domanda "che formaggio" le risposte possono essere nell'ordine delle centinaia.
Voglio dire, se mi propongono un "Cheese Sandwich" si potrebbe variare dall'aggressivo e molliccio Gorgonzola fino allo stagionato ed arcigno Pecorino, passando da una pletora di sapori, profumi e consistenze che "apriti cielo"!!!
Per gli inglesi invece il formaggio è formaggio, e se vuoi un panino al formaggio quello è. E bon.
Nei posti più ricercati è quindi tutto un "mozarella cheese" o un "provolone cheese". Ma questo nei posti "cool".
Per la gente normale il "cheese" è sempre quello.
E tutto ciò è molto triste... nevvero...
venerdì 5 ottobre 2007
Esercizi di Pronuncia
Tempo fa mi scagliavo contro quella pletora di persone che millantando una sorta di anglofonia usavano parlare in italiano dicendo cose "sai, quest'estate vado a BAston" o "mi mandi un file di Ueurd" con la pronuncia inglese al posto di "Boston" e "Uord" detto maccheronicamente all'italiana.
In realtà trovavo (e trovo ancora) molto buffe certe forzature. E lo dice uno che, pur vergognandosene, usa un botto di termini inglesi ad minchiam...
Ma stamattina ascolto uno spot alla radio che parla dell'ennesimo (boh.. il trecentesimo?) libro di Sthephen King.
Lo spot è basato sulla ripetizione ad libitum del nome del prolifico autore statunitense.
"Il nuovo libro di Stephen King"
"Stephen King"
"Stephen King"
Peccato che la tipa dica "STEFEN"....
Oddio è anche vero che l'inglese è un'opinione eh... E a suffragio cito sempre la famosa canzone di Liza Minnelli (o quantomeno io la ricordo cantata da lei) che dice una cosa del tipo:
"You say Poteto and I say Potato, you say Tometo and I say Tomato..", proprio a raccontare che , specie negli Stati Uniti, ognuno se la pronuncia un po' come vuole.
Ma su certe cose, quantomeno a livello profondo, non transigo. Quindi la regola:
è assolutamente ferrea.
Ma non è finita qui, eh...
Nike
Essendo un personaggio della mitologia greca, bisognerebbe pronunciarlo "niche". Ma tutti noi la pronunciamo "naic" perché pare più "uattsamerrica".
In realtà, quantomeno negli spot, gli americani dicono "naichi"... Oddio so che fa ridere cominciare a dire "naichi" eh.. Difatti io dico ancora "naic" ma sto cercando di guarire.
Levi's
Da noi si dice "levis" ma quando vado negli USA alla TV dicono "livais".
Facciamocene una ragione :)
In realtà trovavo (e trovo ancora) molto buffe certe forzature. E lo dice uno che, pur vergognandosene, usa un botto di termini inglesi ad minchiam...
Ma stamattina ascolto uno spot alla radio che parla dell'ennesimo (boh.. il trecentesimo?) libro di Sthephen King.
Lo spot è basato sulla ripetizione ad libitum del nome del prolifico autore statunitense.
"Il nuovo libro di Stephen King"
"Stephen King"
"Stephen King"
Peccato che la tipa dica "STEFEN"....
Ma si pronuncia "STIVEN" cazzo !!!!
Oddio è anche vero che l'inglese è un'opinione eh... E a suffragio cito sempre la famosa canzone di Liza Minnelli (o quantomeno io la ricordo cantata da lei) che dice una cosa del tipo:
"You say Poteto and I say Potato, you say Tometo and I say Tomato..", proprio a raccontare che , specie negli Stati Uniti, ognuno se la pronuncia un po' come vuole.
Ma su certe cose, quantomeno a livello profondo, non transigo. Quindi la regola:
"la PH si pronuncia irregolarmente V e non F"
è assolutamente ferrea.
Ma non è finita qui, eh...
Nike
Essendo un personaggio della mitologia greca, bisognerebbe pronunciarlo "niche". Ma tutti noi la pronunciamo "naic" perché pare più "uattsamerrica".
In realtà, quantomeno negli spot, gli americani dicono "naichi"... Oddio so che fa ridere cominciare a dire "naichi" eh.. Difatti io dico ancora "naic" ma sto cercando di guarire.
Levi's
Da noi si dice "levis" ma quando vado negli USA alla TV dicono "livais".
Facciamocene una ragione :)
martedì 2 ottobre 2007
Io, Esperto Di Internet per Repubblica (il giornale)
Era il 13 agosto ed ero a casa. A lavorare da casa....
Mi chiama Jaime D'Alessandro, un vecchio amico, romano e giornalista per repubblica, repubblica.it, il venerdì, XL e chissà cos'altro, curatore di mostre ed autore di diversi libri dedicati al videogioco.
Mi fa "Adso, mi stanno martellando dalla redazione!! Hanno hackato il sito dell'ONU e vogliono un pezzo entro mezz'ora !!! Dimmi, come si fa ad hackare un sito ?"
E lì parto con il mio solito sproloquio.. faccio il solito professorone, un po' sboronello e bon :)
Il giorno dopo esce il giornale in edicola ed eccomi citato come Esperto di Internet !!!!
Casso davvero non me l'aspettavo !!! Voglio dire... è agosto e di solito ad agosto i giornali, come dire, mi vanno un po' in pappa e pubblicano le peggio cose, per riempire... Ma davvero non me l'aspettavo!!
Certo, Jaime doveva essere proprio disperato ed il 13 agosto non è riuscito a trovare qualcuno di meglio, non so... un professore di qualche università, un esperto di sicurezza di una banca o un qualche alto ufficiale della polizia postale, ochessoio.. E alla fine, disperato si è attaccato al cellulare e ha trovato l'ultimo pirla :P
Questo ovviamente non mi esime dal fare la ruota, come i pavoni.
D'altronde, io sono un Esperto di Internet per Repubblica.. e tu no !
PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR....................
Mi chiama Jaime D'Alessandro, un vecchio amico, romano e giornalista per repubblica, repubblica.it, il venerdì, XL e chissà cos'altro, curatore di mostre ed autore di diversi libri dedicati al videogioco.
Mi fa "Adso, mi stanno martellando dalla redazione!! Hanno hackato il sito dell'ONU e vogliono un pezzo entro mezz'ora !!! Dimmi, come si fa ad hackare un sito ?"
E lì parto con il mio solito sproloquio.. faccio il solito professorone, un po' sboronello e bon :)
Il giorno dopo esce il giornale in edicola ed eccomi citato come Esperto di Internet !!!!
Casso davvero non me l'aspettavo !!! Voglio dire... è agosto e di solito ad agosto i giornali, come dire, mi vanno un po' in pappa e pubblicano le peggio cose, per riempire... Ma davvero non me l'aspettavo!!
Certo, Jaime doveva essere proprio disperato ed il 13 agosto non è riuscito a trovare qualcuno di meglio, non so... un professore di qualche università, un esperto di sicurezza di una banca o un qualche alto ufficiale della polizia postale, ochessoio.. E alla fine, disperato si è attaccato al cellulare e ha trovato l'ultimo pirla :P
Questo ovviamente non mi esime dal fare la ruota, come i pavoni.
D'altronde, io sono un Esperto di Internet per Repubblica.. e tu no !
PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR....................
lunedì 1 ottobre 2007
La Barzelletta Che Fa Ridere Solo Me (41)
Ci sono tre ingegneri in macchina, un ingegnere meccanico, un ingegnere elettronico ed uno informatico. Improvvisamente il motore della macchina si mette a tossire e si spegne.
L'ingegnere meccanico dice: " è chiaramente un problema alla pompa della benzina."
L'ingegnere elettronico risponde: "Non dite idiozie è un problema alla centralina elettronica."
L'ingegnere informatico infine propone: "Sentite ragazzi perché non proviamo a scendere e risalire... ?"
(ah quanta verità... :P)
L'ingegnere meccanico dice: " è chiaramente un problema alla pompa della benzina."
L'ingegnere elettronico risponde: "Non dite idiozie è un problema alla centralina elettronica."
L'ingegnere informatico infine propone: "Sentite ragazzi perché non proviamo a scendere e risalire... ?"
(ah quanta verità... :P)
mercoledì 26 settembre 2007
AppuntiDigitali
Comincia con questo post una nuova avventura per il sottoscritto: fare il "blogger ufficiale," tra tanti altri più esperti di me di tencologia e affini, sul neonato blog AppuntiDigitali.it
Un progetto nato dal famoso sito HardwareUpgrade.it ed una collaborazione fortemente voluta (nel senso che mi ha martellato per settimane) da Tagliaerbe.
Che dire... mi ci sono lanciato senza pensarci troppo anche se questa vesta di "blogger professionsita" me la sento strana addosso (anche perchè mi sa che faranno solo magliette XL e mai le XXL.. pfui.. popolo di anoressici..).
In un palcoscenico di post più "seriosi" riguardanti il mondo della tecnologia a 390° (lo so che si dice 360, ma è per intendere che è completo di bella) cercherò di scrivere i miei soliti sproloqui quantomeno bislacchi. :D
In Culo Al Lupo In Bocca Alla Balena
Un progetto nato dal famoso sito HardwareUpgrade.it ed una collaborazione fortemente voluta (nel senso che mi ha martellato per settimane) da Tagliaerbe.
Che dire... mi ci sono lanciato senza pensarci troppo anche se questa vesta di "blogger professionsita" me la sento strana addosso (anche perchè mi sa che faranno solo magliette XL e mai le XXL.. pfui.. popolo di anoressici..).
In un palcoscenico di post più "seriosi" riguardanti il mondo della tecnologia a 390° (lo so che si dice 360, ma è per intendere che è completo di bella) cercherò di scrivere i miei soliti sproloqui quantomeno bislacchi. :D
In Culo Al Lupo In Bocca Alla Balena
martedì 25 settembre 2007
Liofilizzateli
Taluni tra noi caduchi mortali sono stati toccati dalla mano di Dio e benedetti da un Dono.
Questi Eletti camminano tra di noi eterei, elfici, quasi diafani.
Hanno fisici asciutti, lineamenti ossuti, volti scavati, movenze eleganti e suscitano l'invidia dei più.
E mangiano come porci.
Mangiano come oche all'ingrasso, e non mettono sù un etto che sia uno.
A tutti è capitato di conoscere gente così: magrolini che quando li porti al ristorante si magnano 4 pizze, il dolce (ma anche due), bevono tre birre, e bon.. manco un etto.
Non ingrassano. Mai.
E magari non sono manco particolarmente sportivi. Anzi delle volte sono il massimo della pigrizia. Ma nulla...
Hanno una fame atavica, che sembra accumulino la fame di tutti i loro avi durante qualche carestia.
E pasticciano. Merendine, tortine, pasticcini, brioscine. Il tutto mangiato regolarmente fuori pasto. Ma nulla.... sempre secchi.
E ti irridono. Tu che vivi con la maledizione di "tutta una vita da grasso costantemente superata dal presente", che basta solo "pensare di annusare" una lasagna al forno per veder lievitare le maniglie dell'amore (il maniglione vah) subisci i loro sfottò mentre inghiottono, come fa il boa con un topo, un'intera costata di manzo ricoperta di besciamella e taleggio fuso... così, in un sol boccone... senza masticare.
A questi bastardi fortunati io ho sempre posto le seguenti domande:
1. "Ma mangi sempre così o è solo oggi che sei reduce da un digiuno di... non so... 40 giorni ?"
"No, mangio sempre così. Anzi oggi sono rimasto un pochino indietro"
2. "Ma quanto caghi ? Voglio dire, nell'ottica di 'Nulla si Crea e Nulla si Distrugge Ma Tutto Si Trasforma', dovresti generarmi un 3/4 Kg di merda al giorno"
"No, anzi.. normale diciamo"
Nel caso 1. il mio pensiero è semplicemente "fanculo"
Nel caso 2. penso che è relativo. Nel senso, non è che nella vita ci è capitato così spesso (tipo a me mai) di fare confronti con altri sul proprio prodotto (a parte quando facevo il piantone a naja e dovevo pulire le latrine, lì ne ho viste davvero di tutte eh.. ma questa è un'altra storia), e quindi è difficile farsi un'idea su cosa sia "normale", quindi boh
Ecco, detto questo ho una proposta.
Questi qui vanno ammazzati, liofilizzati e venduti in farmacia per quelli come me, che li spargiamo su ogni pietanza prima di addentarla.
É inutile studiarli. É un dono divino. Ammazziamoli e basta
Questi Eletti camminano tra di noi eterei, elfici, quasi diafani.
Hanno fisici asciutti, lineamenti ossuti, volti scavati, movenze eleganti e suscitano l'invidia dei più.
E mangiano come porci.
Mangiano come oche all'ingrasso, e non mettono sù un etto che sia uno.
A tutti è capitato di conoscere gente così: magrolini che quando li porti al ristorante si magnano 4 pizze, il dolce (ma anche due), bevono tre birre, e bon.. manco un etto.
Non ingrassano. Mai.
E magari non sono manco particolarmente sportivi. Anzi delle volte sono il massimo della pigrizia. Ma nulla...
Hanno una fame atavica, che sembra accumulino la fame di tutti i loro avi durante qualche carestia.
E pasticciano. Merendine, tortine, pasticcini, brioscine. Il tutto mangiato regolarmente fuori pasto. Ma nulla.... sempre secchi.
E ti irridono. Tu che vivi con la maledizione di "tutta una vita da grasso costantemente superata dal presente", che basta solo "pensare di annusare" una lasagna al forno per veder lievitare le maniglie dell'amore (il maniglione vah) subisci i loro sfottò mentre inghiottono, come fa il boa con un topo, un'intera costata di manzo ricoperta di besciamella e taleggio fuso... così, in un sol boccone... senza masticare.
A questi bastardi fortunati io ho sempre posto le seguenti domande:
1. "Ma mangi sempre così o è solo oggi che sei reduce da un digiuno di... non so... 40 giorni ?"
"No, mangio sempre così. Anzi oggi sono rimasto un pochino indietro"
2. "Ma quanto caghi ? Voglio dire, nell'ottica di 'Nulla si Crea e Nulla si Distrugge Ma Tutto Si Trasforma', dovresti generarmi un 3/4 Kg di merda al giorno"
"No, anzi.. normale diciamo"
Nel caso 1. il mio pensiero è semplicemente "fanculo"
Nel caso 2. penso che è relativo. Nel senso, non è che nella vita ci è capitato così spesso (tipo a me mai) di fare confronti con altri sul proprio prodotto (a parte quando facevo il piantone a naja e dovevo pulire le latrine, lì ne ho viste davvero di tutte eh.. ma questa è un'altra storia), e quindi è difficile farsi un'idea su cosa sia "normale", quindi boh
Ecco, detto questo ho una proposta.
Questi qui vanno ammazzati, liofilizzati e venduti in farmacia per quelli come me, che li spargiamo su ogni pietanza prima di addentarla.
É inutile studiarli. É un dono divino. Ammazziamoli e basta
lunedì 24 settembre 2007
Anacronistico
Per il Garzanti un anacronismo è "persona, fatto, situazione in contrasto col proprio tempo".
Ed è la prima cosa che ti viene in mente quando, parlando con un tizio (per tutta una serie di motivi di cui non vi frega una cippazza del camerun) e proponendo uno scambio di numeri cellulari, ti senti rispondere:
"No guarda, io non ho un telefono cellulare"
Tu lo guardi un po' sorpreso, con quello sguardo non so.. come se Berlusconi parlando in televisione tirasse fuori con un gesto furtivo il proprio pisello e dicesse a Bossi "mo' vediamo chi ce l'ha più duro".. ecco con quello sguardo lì. E dici:
"Ma sei senza in questo periodo, l'hai perduto, o.."
"No, no. Io proprio non ho il cellulare. Non l'ho mai avuto. Non ne ho bisogno"
E lo dice con uno sguardo... come dire.. Maschio, carico di virilità, fin quasi di sfida.
continua a leggere »
A questo punto non sai come guardarlo. Da un lato c'è una sorta di profondo rispetto. Finalmente un non-schiavo della tecnologia, uno che sa gestire la sua vita senza orpelli ai quali sembra non si possa più rinunciare.
E lo dice uno che se esce di casa al mattino senza cellulare rischia di girare la macchina, anche se giunto a metà strada, per tornare a casa a prenderlo; o che se lo mette nella tasca della tuta quando c'è da uscire e fare cento metri per andare a buttare l'umido.. che "non si sa mai".
Da un altro lato verrebbe da toccargli una spalla e dirgli "mavaacagher... valà! Non fare il figo anti tecnologia che il cellulare è cmq una comodità"
Ottempero per la seconda opzione, e lui mi dice:
"Per nulla. Io lavoro qui e non mi sposto mai. Mia moglie sa dove sono e io so dov'è lei, e non ho figli. Quindi a cosa mi serve ? Sono solo soldi buttati. E poi scusa, 10 anni fa non ce l'aveva quasi nessuno e si viveva lo stesso".
Vero. Certo. Come no.
Ma 50 anni fa non c'erano anche un altro sacco di cose utili, tipo certi vaccini, macchinari ospedalieri, freni ABS, e tante altre amenità tecnologiche e si viveva lo stesso.
Ecco... magari si moriva un peletto prima eh...
Ma mi rendo conto che il paragone "tecnologia salvare la vita" contro "tecnologia per semplificarti la vita" non regge mica tanto.
Ma prima di capitolare penso "Soccia, ma che casino era prima del cellulare ?"
Cioè hai in mente quanti casini, ritardi da gestire, luoghi da trovare, appuntamenti da organizzare, ecc ?
Una volta per organizzare una pizzata bisognava fare un botto di telefonate dal fisso, e se gli invitati non conoscevano bene il luogo era un macello; con ritrovi in improbabili posti "conosciuti a tutti" e delle incredibili carovane di macchine ed altre cose del genere.
I casini poi se eri in ritardo, se trovavi traffico, un incidente ecc.
Oddio è vero che uno può dire "eh ma in caso di incidente sicuramente ci sarà qualcuno che ha un cellulare per chiamare l'ambulanza". Vero, ma non mi convince.
Mah... diciamo allora che il cellulare serve per eliminare un certo tedio, introducendone magari un pochetto di un altro tipo (che sei sempre reperibile, che squilla quando non vorresti,ecc); ma che è assolutamente irrinunciabile.
E diciamo pure che, al giorno d'oggi, il tedio uccide. Molto più della varicella.
Ed è la prima cosa che ti viene in mente quando, parlando con un tizio (per tutta una serie di motivi di cui non vi frega una cippazza del camerun) e proponendo uno scambio di numeri cellulari, ti senti rispondere:
"No guarda, io non ho un telefono cellulare"
Tu lo guardi un po' sorpreso, con quello sguardo non so.. come se Berlusconi parlando in televisione tirasse fuori con un gesto furtivo il proprio pisello e dicesse a Bossi "mo' vediamo chi ce l'ha più duro".. ecco con quello sguardo lì. E dici:
"Ma sei senza in questo periodo, l'hai perduto, o.."
"No, no. Io proprio non ho il cellulare. Non l'ho mai avuto. Non ne ho bisogno"
E lo dice con uno sguardo... come dire.. Maschio, carico di virilità, fin quasi di sfida.
continua a leggere »
A questo punto non sai come guardarlo. Da un lato c'è una sorta di profondo rispetto. Finalmente un non-schiavo della tecnologia, uno che sa gestire la sua vita senza orpelli ai quali sembra non si possa più rinunciare.
E lo dice uno che se esce di casa al mattino senza cellulare rischia di girare la macchina, anche se giunto a metà strada, per tornare a casa a prenderlo; o che se lo mette nella tasca della tuta quando c'è da uscire e fare cento metri per andare a buttare l'umido.. che "non si sa mai".
Da un altro lato verrebbe da toccargli una spalla e dirgli "mavaacagher... valà! Non fare il figo anti tecnologia che il cellulare è cmq una comodità"
Ottempero per la seconda opzione, e lui mi dice:
"Per nulla. Io lavoro qui e non mi sposto mai. Mia moglie sa dove sono e io so dov'è lei, e non ho figli. Quindi a cosa mi serve ? Sono solo soldi buttati. E poi scusa, 10 anni fa non ce l'aveva quasi nessuno e si viveva lo stesso".
Vero. Certo. Come no.
Ma 50 anni fa non c'erano anche un altro sacco di cose utili, tipo certi vaccini, macchinari ospedalieri, freni ABS, e tante altre amenità tecnologiche e si viveva lo stesso.
Ecco... magari si moriva un peletto prima eh...
Ma mi rendo conto che il paragone "tecnologia salvare la vita" contro "tecnologia per semplificarti la vita" non regge mica tanto.
Ma prima di capitolare penso "Soccia, ma che casino era prima del cellulare ?"
Cioè hai in mente quanti casini, ritardi da gestire, luoghi da trovare, appuntamenti da organizzare, ecc ?
Una volta per organizzare una pizzata bisognava fare un botto di telefonate dal fisso, e se gli invitati non conoscevano bene il luogo era un macello; con ritrovi in improbabili posti "conosciuti a tutti" e delle incredibili carovane di macchine ed altre cose del genere.
I casini poi se eri in ritardo, se trovavi traffico, un incidente ecc.
Oddio è vero che uno può dire "eh ma in caso di incidente sicuramente ci sarà qualcuno che ha un cellulare per chiamare l'ambulanza". Vero, ma non mi convince.
Mah... diciamo allora che il cellulare serve per eliminare un certo tedio, introducendone magari un pochetto di un altro tipo (che sei sempre reperibile, che squilla quando non vorresti,ecc); ma che è assolutamente irrinunciabile.
E diciamo pure che, al giorno d'oggi, il tedio uccide. Molto più della varicella.
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